Nord e Sud - anno V - n. 46 - settembre 1958

e, diversamente, per il passaggio a forme di autogoverno dei ·popoli africani ed asiatici sottoposti a regime coloniale. Tra l'altro, considerando questi paesi, in cui la pratica della democrazia costituisce la novità di questi anni o di quelli immediatamente a venire, lo studioso è tratto ad esaminare i limiti dei sistemi elettorali comunemente in uso e la possibilità di pratiche illecite che, nella generale libertà, essi stessi possono consentire; mali ben più visibili ove manchi ogni tradizione di lotta politica e la recente educazione civile sia chiamata a prove ben dure. Nell'esame di questi problemi, quindi, non è possibile fermarsi al dettaglio delle particolari situazioni nuove, ma si è condotti ad analizzare il più generale problema del sistema elettorale, nell'intento di tracciare linee di comune orientamento. È il caso dell'utile ed interessante textbook di W. J. M. Mackenzie, Ji'ree elections (London, George Allen and Unwin, 1958); che, occasionato da alcune esperienze di studio nell'Africa inglese, si presenta come un'analisi completa del fenomeno elettorale, alla luce delle esperienze complessive dei più progrediti paesi dell'Occidente. Al l\1ackenzie non sfugge che la contrapposizione delle elezioni plebiscitarie alle elezioni -libere non è sufficiente alla definizione di queste ultime. È possibile, infatti, e storicamente accertato, che elezioni condotte su base non plebiscitaria ,possono dare risultati contrastanti con la effettiva volontà degli elettori, per brogli successivi alle elezioni o per maneggi ed intimidazioni precedenti; e che, comunque, la libertà elettorale può essere grandemente limitata. Il problema della definizione di quel che sono le elezioni 'libere' si pone, dunque, all'interno di un ordinamento democratico., come ricerca delle condizioni in presenza delle quali si può considerare 'libera' una elezione. Il Mackenzie indica quattro condizioni: l'indipendenza del potere giudiziario che deve interpretare la legge elettorale; l'onestà degli organi che presiedono allo svolgimento delle elezioni; un · evoluto sistema di partiti politici; la generale accettazione di alcune tacite e piuttosto vaghe regole del giuoco. Può dirsi, ovviamente, che elezioni libere non possono tenersi se non là dove le libertà civili sono garantite, per lo stretto nesso che lega libertà civili e libertà politiche: non vi sono elezioni ' libere ' in un paese ' non libero '. Queste premesse sono tenute ben ferme nell'analisi dei vari momenti del procedimento elettorale, così che là trattazione non si limita al profilo puramente tecnico (come, ad esempio, nell'opera pur pregevole dello , Schepis, I sistemi elettorali~ (Empoli, Caparrini, 1955), ma può anche affro11tare· i problemi politici dell' electoral engineering e della morale elettorale, considerata dal punto di vista dell'uso dei mezzi di potere politico ed economico, della disciplina della propaganda e dei suoi mezzi più importanti (radio, televisione, cinema). Il l\!Iackenzie appare ben consapevole della [123] Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==