è venuto fuori in Italia». La Banti spiega genealogicamente Pasternak con Tolstoi, Dostojevski e Cecov. C'è poco da meravigliarsi, dice: << Quando mai la narrativa italiana dell'ottoce:11top-µÒparagonarsi alla narrativa russa? I grandi scrittori non nascono dai cavoli come si raccontava a i bambini >>.(Verrebbe voglia di rispondere che i grandi scrittori sono gran- · di appunto perché nascono dai cavoli, ossia si sottraggono anche alla norma storica, non ne sono condizionati che in modo contingente). La Banti avverte nel libro i difetti che molti hanno avvertito; quei brevi capitoletti della prima parte, << certe cadenze un po' troppo elementari>>, « incontri fortuiti a ripetizione>>, << personaggi provvidenziali», come, ad esempio, l'onnipotente fratello di Zivago; avanza il << sospetto che l'opera sia ancora in una fase di elaborazione ». È un sospetto legittimo, ma forse eccessivo: si può pensare infatti che Pasternak abbia avuto qualche pentimento dopo aver consegnato il manoscritto .al suo editore italiano; ma quale autore potrebbe consegnare un manoscritto per la stampa senza avere ragionevolmente pensato, almeno nel momento in cui lo conse- . gnava, che andava bene così? Non si può quindi pensare çhe le ev e11tuali modifiche avrebbero potuto o potrebbero essere tali da abolire tutti • • i «difetti » ; è vero pi11ttostoche molti di questi sussistono - ricorriamo ancora all'intervento di Cassola - sulla base di un'opinione non necessariamente valida: « che il romanzo sia un genere letterario, con delle strutture fisse, o per dir meglio fissate, fissate appunto dai grandi scrittori dell'Ottocento >>ai quali mostra di pensare costantemente la Banti leggendo Pasternak. E, prima di chiudere questa parentesi un po' troppo letteraria per un romanzo che si sottrae alla dimensione puramente estetica ancorché scritto da un finissimo letterato, vorremmo aggiungere un'altra considerazione. Il dottor Zivago non può dirsi a rigore un romanzo secondo i -canoni tradizionali; forse non appartiene nemmeno alla prosa, ma anti~ cipa probabilmente un modo nuovo di poesia. Non si sarebbero, del resto. accorti, Pasternak e i suoi amici, che i prototipi dei personaggi di Zivago> lo stesso protagonista, Lara Tonia, Komarovski ed altri erano già stati creati - come giustamente osserva la Banti - da Tolstoi, Dostojevski e Cecov, ·«per non parlare di alcuni seducentissimi minori»? Ora) come romanzo, Il dottor Zivago resterebbe assai limitato dal confronto con i s11oiillustri antenati. Ma non è come romanzo che affa- . [97] . Bibloteca· Gino Bianco
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