Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

4. - << Il significato di un vero romanzo non coincide mai, in nessun caso con quello di uno dei suoi personaggi. Nemmeno Il dottor Zivago, dove tuttavia il protagonista sembra assumere funzioni di portaparola, costituisce un'eccezione. Pasternak non è Zivago ... >>:Pietro Citati, che gli ha dedicato tre articoli (6 ), esclude, come si vede, l'interpretazione autobio .. grafica. Avrebbe potuto aggiungere, senza timore di incorrere nell'ovvio, che il significato di questo romanzo coincide con la somma (e il possibile contrasto) dei significati dei diversi personaggi e delle situazioni storiche e private. Tuttavia l'indagine attenta di Citati si svolge piuttosto alla struttura del romanzo che non ai suoi possibili livelli di interpretazione; o, meglio, si sofferma al livello più specificamente letterario, alle << analogie >> della costruzione, agli << intrecci simbolici della trama>>, ad una poetica di Pasternak che, in quanto tale, non suggerirebbe quel prepotente segno di novità che ha fatto la fortuna del romanzo. << Vorremmo richiamare - egli propone - Il dottor Zivago sotto il segno delle corrispondenze baudelairiane? ». In senso abbastanza simile, pure con intenzioni di maggiore complessità, è sembrato orientarsi anche Elémire Zolla in una delle sue << Cinque tesi sul dottor Zivago » (cfr. « Tempo -presente >>, febbraio 1958). La tesi s'intitola: « Il cristianesimo come orfismo» ed è, come le altre quattro, anzi come in genere i saggi di Zolla, assai suggestiva. È una tesi che, in parte, inquadra il cristianesimo di Pasternak in quelli che sono i suoi limiti ideologici (non certo coincidenti con i· limiti di un'ortodossia); in parte lo riduce alla dimensione di pretesto simbolico, affermando che se « Pasternak si richiama costantemente al cristianesimo... egli giustifica codesto ' ritorno' attraverso l'interpretazione di Cristo come liberatore dell'individuo dal popolo, prof eta disarmato o eroe orfico che, come tale, è la vera incarnazione dell'umano e si contrappone all'immagine dell'uomo tiranno di sé e degli altri, domatore da circo; e infine di Cristo come eroe festivo che invita a riconoscere come la vera vita sia festiva e non feriale». Ci resta da concluderne che il cristianesimo di Pasternak non sarebbe una ragione ideale preminente ma un semplice ( 6 ) Cfr. Il Punto, 21 dicembre 1957; L'lllustraz/one italiana, aprile 1958 e Tempo Presente, aprile 1958. L'articolo in Tempo Presente, che dei tre ci è apparso il più impegnato, s'intitola: << Il romanzo delle analogie». [95] . ~ibloteca Gino Bianco

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