3. - Un grande scrittore è sempre inopportuno (4 ) rispetto alla moda del s110tempo: e un uomo vero è spesso il contrasto rispetto alla regole e agli or.dinamenti di una società storica. E chi è dunque J uri j Zivago? << È un ritardatario, è superato dagli avvenimenti o anticipa le esigenze d'una età che in Russia dovrebbe sorgere una volta chiusa l'epoca del ferro? Forse Jura è tutto questo insieme, ed altro ancora; è un uomo con le s11econtraddizioni, le sue debolezze, le sue risorse insospettate, che si trova a vivere in una delle più tragicl1e congiunture della storia umana, difficilmente rid11cibile a una definizione». Quesito e risposta sono di Giorgio ,Zampa (cfr. Corriere della sera, 22 novembre 1957) che ha saputo cogliere, almeno nel protagonista, il segr10 di quell'ambivalenza che è, come dicevamo, il dato comune a tutte le fasi del romanzo: così quest'am~ biguo Zivago ben riesce al suo destino di uomo vero e non ufficiale e la Russia in cui il suo Autore lo pone a vivere partecipa - come ci ha fatto notare G. B._ Angioletti (cfr. La Nttova Stampa, 8 febbraio 1958)- della stessa felice, positiva ambiguità: non << t1na Russia minacciosa) dura, subdola, astrattamente sintetizzata in una moltitudine ta_11tocompatta che i volti si agglutinano come uova di caviale», ma una Russia in cui, come nei capitoli di Pasternak, « sol,dati, conta,dini, operai e studenti, professor,i, artisti, vivono ogn11nocol proprio nome, con la propria passione, o santità, o depravazione o disperazione: e t11tti insieme sono, finalmente, i russi!>>. Angioletti è andato anche oltre in questa sua generosa ammirazione: per una Russia forse « più imparziale di risolvere i problemi degli altri che non i propri » (l'ha scritto E. M. Gioran sulla Nouvelle Revue Française, gennaio 1958) un libro come Il dottor Zivago serve allo scopo assai meglio dello sputnik << che un giorno potremo fabbricare anche noi>>. È un libro, infatti, che riapre di colpo il nostro interesse., il nostro amore, per una nazione che « ci aveva affascinati attraverso Puskin, Tolstoi o Dostojevski, e che pareva sommersa in un mare di tenebra ... Di fronte alla letteratura occidentale d'oggi - è ancora Angioletti -· incerta sui ( 4 ) Cfr. Il commento di P. alla rivoluzione di ·Ottobre: << Non è cominciata dal principio, ma dalla metà, senza una data scelta in anticipo, il primo giorno che capita, in mezzo ai tra1n che scorrazzano per la città. Qui è la mggior genialità. Così inopportuno e insieme tempestivo può essere solo ciò che è grande » (pag. 254). [90] . Bibloteca Gino· Bianco
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