poeta come Pasternak >>. È la tesi di chi vuol vedere nell'artista Pasternak un cadavere vivente, due occhi chiusi per sempre sulla realtà della Russia moderna. Vedremo che un critico comunista, non sospetto d'eresia, comé Carlo Salinari, scrivendo sull'organo culturale del PCI, avrà la mano assai più leggera di questo critico « cattolico ». Una delle ragioni che ci hanno spinto a questa ricerca è stata la cu•· rjosità di collaudare sul banco di un'occasione comune la misura in cui la critica italiana regga ad un esame di autonomia, che è poi un esame di moralità; e sembrerebbe che un critico come Carlo Bo, uno dei pochi a preoccuparsi ancora di certi problemi, abbia steso la sua pagina su Zivago proprio pensando a qualche cosa di simile: << Chi vive in paesi di maggiore libertà intellettuale - egli scrive (cfr. L'Europeo, 8 dicembre 1957)- a volte si lascia piegare da motivi e da ragioni che rispondono o alla moda .o all'interesse personale o soltanto alla stanchezza e 2ll'incertezza della propria fede». Che cosa chiede Pasternak ai lettori? << Di essere giudicato - soggiunge Bo - senza pregiudizi, senza preconcetti, chiede di dimenticare i vizi, le riserve e anche la necessità di una politica culturale e nello stesso tempo sembra di voler chiedere di non applicare alle sue par.ole gli argomenti contrari della politica diversa, insomma chiede di poter essere considerato soltanto per quello che è>>~ e magari anche per aver messo << in scacco tutti gli scrittori (e non soltanto russi) che cedono, si adattano e sono disposti a ·riprendere la parola d'ordine>>. Sono dunque, queste parole di Bo, un'apologia della disubbidienza intellettuale, una lontana eco di Letteratura come vita e della resistenza · passiva opposta dagli ermetici del '38 al fascismo? Può darsi; ognuno scrive per le sue ragioni; ma è senza dubbio accettabile la conclusione: ~ Col modo tii Pasternak si fanno dei libri ·vivi che trovano la loro luce da per tutto, col metodo degli altri - di qt1elli, diremmo noi, che sono o credono di essere in regola col quadrante della storia - si fa della letteratura d'occasio11e, ì1.el senso peggiore del termine, offrendo delle opere che per essere giustificate devono per forza ricorrere a infinite ragioni d'altra natura, alla storia del momento, alle condizioni del paese, al colore dell'ambiente. Il dottor Zivago· è un romanzo che fa a meno di tutti q11esti strumenti di seconda mano». [89] Bfbloteca Gino Bianco
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