Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

il Vigorelli, come trascinato da una evidente simpatia per ciò che è ufficiale, continua subito dopo: « :È, un quadro veridico? Preferirei dire che è soltanto un quadro onesto: secondo l'occhio - e il cuore - di Pasternak tutto è vero, niente è falsificato; tuttavia non si può fare a meno di avvertire che, in quel vedere e in quel giudicare, il nostro poeta (restando poeta e non diventando romanziere) registra soltanto la sua verità>>, la sua « nativa incapacità o difficoltà ad essere un rivoluzionario. È l'elegia, altissima e straziante, di un individuo, più che la denuncia di una società». (D·ove si trascura, col pretesto dell'autobiografia, la presenza di 11n personaggio, poco appariscente ma anch'esso portavoce sempre presente dietro le quinte della narrazione. Pavel Antipov, per il quale non esistevano certo né l'incapacità, né la difficoltà ad essere un rivoluzionario, ma nel quale, anzi, tutto concorreva verso quel segno: una incorruttibilità robespierriana, l'infanzia povera e studiosa, il padre deportato, il culto fanatico della virtù, l'acre risentimento verso la borghesia corrotta, verso un avvocato, Kamarovski, espressione di questa borghesia, e reo, ai suoi occhi, di avere profanato l'innocenza di Lara adolescente) (3 ). L'interpretazione di Vigorelli si riduce peraltro ai minimi termini di una epidermica facilità - malgrado alcune frasi fatte sul « grande cuo- . re» di Pasternak, sulla << verità cristiana>> che nel suo romanzo sarebbe in gioco (!) e sulla << libertà dell'anima>> - quando conclude che il << grande ct1ore» appunto dell'autore-protagonista non è « in regola col quadrante della storia>>e che << la Russia, oggi, è un grande orologio .no11 fatto, forse, per suonare le ore segrete del cuore di un poeta, o di un ( 3 ) Come lo stesso Pasternak ha rilevato in un'intervista concessa al giorna- . ìista tedesco Gerd Ruge e pubblicata in Tempo Presente (gennaio 1958), tutti i recensori de Il dottor Zivago citano sempre << gli stessi passi, forse meno di tre pagine di un libro di settecento». Così nessuno ha considerato l'episodio della prima notte di Lara e di Pavel Antipov, con la presumibile rivelazione, da parte della protagonista, della sua relazione con l' an1ante della madre. A pag. 129 leggiamo: << Parlarono fino a giorno. Nella notte di Pasha Antipov non vi fu più un mutan1ento impressionante e subitaneo come in quella notte. Al mattino, quando si alzò, era un altro uomo, quasi meravigliato di avere lo stesso nome ». Infatti diventerà Strelnikov, comanderà la guerra contro i bianchi da un treno !blindato: come, storicamente, fece Lev Bronstein, che aveva cambiato il suo nome in quello di Trotzki. Con Trotzki, Antipov ha in comune anche un'altra cosa: la passione per la matematica. [88] Bibloteca Gino Bianco

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