nostro articolo, pu,bblicato nel 11umero di agosto 1957 di questa rivista; e Tempo presente ha continuato per più mesi a pubblicare nuovi contributi, fino a quello di Giuseppe ~Iaranini nel nu1nero di febbraio 1958. E adesso anche due riviste di sinistra marxista non-comunista, Passato e presente e Tempi moderni dedicano molte pagine alla questione. Che cosa, dunque, ci induceva proprio adesso a scrivere che la discussione non è stata così ampia come si sarebbe desiderato? Appunto questo: che il problema ha continuato ad essere agitato al livello delle riviste mensili, senza passare nella stampa a più ampia diffusione, settimanale o quotidiana. Ora, che la stampa quotidiana di partito (che si riduce poi, fatta eccezione per la Voce repubblicana e per la GiitstiziaJ alla stampa dei 1grandi partiti) si sia mostrata poco interessata alla questione si può anche comprendere: e si faccia ben.e attenzione che diciamo "comprendere,, e non "giustificare,,! Sarebbe almeno paradossale che l'Unità si facesse promotrice di una campag11a di opinione se non contro almeno sugli apparati, denun·ciandone i difetti e chiedendo una soluzione dei problemi. E sarebbe quasi altrettanto paradossale che i cosiddetti moran·diani i quali controllano l'apparato del PSI si dessero attorno ,per insaponare la cord4 che dovrebbe impiccarli o che l'onorevole Fanfani consentisse· al Popolo una campagna che potesse avere come risultato di spezzare la supremazia politica dell'apparato nella DC, quella supremazia che, ad esempio, gli è riuscita notevolmente utile nelle lotte per la formazione delle liste. Nei grandi partiti politici, insomma, il dibattito sugli apparati è vittima appunto della diffidenza, del ti1nore, dell'ostruzionismo degli apparati stessi. Meno comprensibile, invece, e q11indi ancor meno giustificabile è che la stampa di opinione si disinteressi al problema: sembra, infatti, che le so1e questioni che ·piacciono ai nostri osservatori politici siano quelle di schieramento; il resto è silenzio. Come, tanto per fare un esempio di cui Nord e Sud ha già sottolineato l'indubbio valore di segno di un'attitudine mentale, tra i molti che hanno scritto sulle più raffinate ed astruse escogitazioni messe avanti negli ultimi mesi sulla riforma del Se11ato, non s'è trovato quasi nessuno che impostasse il problema fuori_ delle consuete co11siderazioni sull'opportunità politica immediata; così intorno al fenomeno degli ap,parati, intorno alla necessità di un intervento legislativ·o, si tace, niente affatto imbarazzati, e ci si limita, dando conto degli avvenimenti, a dire ·che questo o quell'apparato ha fatto questa o quell'altra cosa. Molto probabilme11te non siamo affatto innanzi ad una congiura del silenzio, ma piuttosto ad un disinteresse per tutto un aspetto della vita -politica difficilmente valutabile nell'ambito della cronaca quotidiana e che richiede, per essere compreso, seria preparazione, applicazione e fantasia. Sarebbe troppo lungo esarni11are qui le cause di ciò: sta di fatto, però, che, a differenza dei contrasti interni •dei partiti e dei salti d'umore dei loro leaidersJ i grandi problemi istituzionali non sono affrontati e f78] Bibloteca Gino Bianco t
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