Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

sbarcare a Tripoli e trasferirsi coi propri mezzi attraverso tutta la lunghissima via Balbia ». Ma come, i porti erano distrutti, erano ridotti ad un vero e proprio cimitero ,di navi, bisognava sbarcare armi e munizioni a Tripoli, e Graziani intraprendeva ~na piccola marcetta nel deserto, tanto per mettere maggior distanza tra i nostri ·p·orti (ossia Tripoli, già lontanissima dal confine libico• egiziano) e la prima linea! E ciò percl1é a Piazza Venezia avreb1 bero cc sfruttato propagandisticamente » i suoi effimeri successi. Come poi faccia il Cotronei a concludere che Graziani non fu un cattivo generale, è davvero inspiegabile. Già nel 1940 gli stati maggiori tedesco e britannico avevano compreso che possedere,, occupare materialmente dieci o venti km. di deserto in più, era come pretendere di occu·pare una corrispondente zona di mare; che la guerra nel deserto andava combattuta con puntate offensive fulminee (motorizzate e corazzate) nei punti più deboli dello schieraII)ento nemico. Nello stesso tempo Graziani occupava alcune miglia di sabbia fino a Sidi ed Barrani, logorando 11ella faticosa avanzata le sue tru,ppe prevalentemente non motorizzate. È raro trovare un così evidente caso di insipienza, rozzezza, mancanza di intelligenza tecnica e politica nella storia delle guerre moderne. È noto ir1oltre che solo per esitazioni di Wawel, timoroso di spingersi troppo oltre, gli inglesi, ·dop·o aver distrutto metà delle forze italiane, non corsero diretti fino a Tripoli. Il confuso sparpagliamento delle truppe italiane ~i aveva · infatti favoriti anche nella controffensjva. Se a_bbiamo 1 particolarmente indugiato nell'esame del merito dell'articolo del Cesarini, è stato perché abbiamo voluto cogliere l'occasione di ricordare ancora una volta, e pre11dendo spunto da un caso concreto, di un uomo e delle vicende che lo ebbero a protagonista, come e da chi fu condotto l'esercito italiano in una guerra che ·certi giornali continuano a rievocare in modo oleografico e tendenzioso, acTitico e retorico. ENNIO CECCARINI Storia contemporanea nelle scuole medie francesi Demmo notizia nel n. 35 di cc Nord e Sud» (ottobre 1957) dell'importanza che è riconosciuta, nelle scuole francesi di secondo grado, all'inse~ ·gnamento della storia contemporanea, segnatamente di quella posteriore al 1919; tanto ,che nell'aggiornamento ,dei programmi disposto con i decreti del 1944 e del 1948, non solo l'esame dei fatti storici si spingeva sino al 1939, ma nell'ultimo anno di corso il periodo da studiare era limitato agli an11i 1851-1939, al fine di consentire un buon a,pprofo11dimento degli avvenimenti [74] I BiblotecaGino Bianco

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