Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

diamo, è da condividere in pieno e per il fir1e propostosi e 'per i mezzi adoperati. Il sistema di far parlare alcuni dei principali esponenti militari di quel ,periodo secondo il criterio della loro ap,parter1enza ai vari settori della organizazzione militare è da considerarsi esemplare per l'uso che gli scrittori dell'Espresso hanno saputo farne, tenendo cioè sempre 1pronto il proprio commento per sistemare le informazioni ed i giudizi che quei comandanti dava110. Servendosi dei dati e delle impressioni del Gen. Favagrossa, ex ministro per le fab,bricazioni di guerra, Nicola Adelfi ha rievocato molto efficacemente la tragica disorganizzazione bellica e logistica del nostro esercito al momento dello scoppio delle ostilità. De Feo, parla11do del generale Pietro Pintor, figura esemplare, per quanto poco conosci11ta, 1na degna della migliore nostra tradizione, ha descritto l'ambiente militare in cui quel generale cc giansenista » si trovò ad operare: un ambiente in cui « non solo egli dovette sentirsi come un pesce fuor d'acqua ma la sua rigida tenuta morale e professionale, la sua vasta cultura ed il suo formalismo freddo ed intra11sigente di aristocratico dovettero apparire quasi come u11a provocazjone se non addirittura come uno scandalo ». E sulla base di queste osservazioni, molte altre esatte il De Feo ne svolge sul lassismo morale e tecnico » cl1e il fasci mo aveva purtroppo introdotto negli alti gradi dell'esercito. Agili ed informatisimi anche gli articoli da Cancog11i dedicati alla campagna di Grecia, mentre, 11el quadro di questa seria e scrupolosa indagine, l'articolo da Marco Cesarini dedicato alla figura ed all'opera militare di Rodolfo Graziani (I/Espresso del 12 gennaio 1958: cc Graziani fu veramente un cattivo generale? » ). Ci è se1nbrato interessante proprio perché ripropone il problema, e il mito, di Graziani. Premettiamo aila discussione di merito dell'articolo una considerazione suggeritaci da una successiva puntata dell'inchiesta, pure del Cesarini, dedicata questa alla figura di Rommel, i11cui viene istituito, sia ,pure indirettamente, un parallelo tra i due generali. Crediamo che un parallelo di questo genere non sia seriamente sostenibile e ciò perché la figura del generale tedesco è troppo più complessa per genialità militare e suggestione psicologica (no11 se ne dimentichi il suicidio avvenuto nel I944 in Francia, dovuto ai suoi dissensi politico-militari con Hitler). Questo diciatI10 perchè ci nasce il dubbio che anche dalle pagine di un giornale dal carattere inequivocabile come L'Espresso) in virtù di accostamenti di questo genere, 1 possa trarre nuovo vigore quello strano mito di Graziani eroe proletario e schietto, prode e sfortunato, che è una di quelle pericolose cc ,persistenze di aggregati » contro cui ci si scontra nell'opinione pubblica media italia11a. Cesarini afferma, a un dato p11nto del suo articolo, cl1e cc dal punto di vista strettamente militare la sua (di Grazjani) condotta in Africa settentrionale dal Settembre 1940 al Ge11naio 1941 non sembra clar luogo a gravissimi appunti ». [72] BiblotecaGino Bianco

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