Questi, in via di larga approssimazione gli indirizzi di un a politica contro la depressione civile; è necessario però individuare anche gli operatori di tale politica. E' ovvio che, piaccia o non piaccia, no n si potrà ovviamente prescindere dall'intervento pubblico. E' noto, però, che tale intervento è soggetto ai pericoli di deformazioni paternalisticl1e e di incro sitazioni d'interessi po1 litici e clientelari. E' prevedibile, anzi, che tali pericoli siano ancora più gravi nel campo dell'intervento socioculturale, di un intervento, cioè, che mira alla trasformazione di orientamenti mentali e di atteggiamenti culturali. Sembra quindi ragionevole proporre che venga lasciato al l'iniziativa dell'autorità centrale solo quel settore per il quale gli ope ratori indipendenti non potrebbero mai avere strumenti sufficienti; pensiamo, in particolare, alla riorganizzazione dei vari gradi e dei vari indirizzi della scuola. Per il resto sarà opportuno favorire le iniziative e il coordi namento delle iniziative dei vari operatori sociali indipendenti. Essi non mancano in Italia e nel Mezzogiorno, soprattt1tto nel can1po dell'educazione degli adulti. Abbiamo usato per brevità il termine « operatori indipendenti » per indicare tutti quegli enti, anche pubblici, che operano in fo rme autonome dal potere esecutivo. Tuttavia, occorre precisare che tale in dipendenza organizzativa e istituzionale ha un valore - ai fini dell'interv ento socioculturale - solo in quanto garantisce un'effettiva indipendenza politica. SALVATORE CAFIERO Un altro documento di guerra Alcuni articoli che l'Espresso ha dedicato ad una rievocazione dell'ulti-- 1na guerra mondiale, ci impongono - per dovere d'informazione - una chio. sa alla precedente nota sui cc Documenti di guerra » pubblicata nel numero di Aprile di questa rivista. L'inchiesta dell'Espresso) ricca di materiale fotografico spesso inedito, e sempre scelto a dovere, e particolarmente diffusa nel commen to e nella narrazione degli avvenimenti, è davvero ottima iniziativa e si colloca accanto a quella di Epoca) da noi già commentata, ,per somiglianza di giudizio storico e morale. L'Espresso) specialmente grazie agli articoli di Cancogni e Adelfi, non si è certo soffermato sugli aspetti retorico-operettistici della guerra, non ha guardato a questa come ad un semplice fatto d'armi, ma ne ha ri-- cercato gli antefatti politici e militari, ha insomma legato qu esto tragico e sconvolgente fatto della nostra storia alla vita della nazione e della sua classe dirigente di quel momento. Per questi motivi, l'i11cl1iesta dell'Espresso) ere- [71]. Bibloteca Gino Bianco
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