Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

ove prevalessero le tesi liberiste - concrete minacce al nostro debole sistema economico che deve e può inserirsi in formule associative europee a più vasto respiro, ma che necessita di op,portune garanzie. L'attuazione della CEE è destinata ad apportare modifiche, forse notevoli, nei rapporti fra i Sei ed i Paesi terzi. Si è visto come l'abbattimento delle tariffe doganali nell'ambito del MEC, ferma restando la barriera nei confronti dei Paesi terzi, favorisca in• dubbiamente l'industria dei partecipanti nella conquista di un ulterìore spazio di vendita all'interno che verrebbe cosi sottratto alla concorrenza degli altri Paesi. Una volta acquisito un ritmo di respiro più ampio, la produzione dei Sei dovrebbe riversarsi in maggior copia, ed a prezzi competitivi, sui mercati posti al di fuori della cerchia, esasperando la rivalità concorrenziale degli altri Paesi industrializzati. Suscettibili di notevoli incrementi saranno i11vece gli acquisti di materie prime dal resto del mondo. In un convegno dell'International Management Division, tenutosi nel febbraio scorso a Ne\v York, furono individuati nel carbone, nel cotone e nei prodotti di acciaio le merci che non hanno nulla da temere dal MEC; contrario avviso veniva invece espresso per alcuni prodotti finiti, come i chimici, le macchine utensili, le automobili. Per queste ultime, un -porta- • voce della Ford •p,revedeva l'esaurimento di ogni esportazione verso la zona coperta dal Mercato Comune, entro il 1970. Nel corso del citato convegno si accennava alla convenienza, per i settori più minacciati, di sviluppare filiazioni produttrici entro la cerchia, oggi del l\tIEC e domani, forse, della Z.L.S. Una tale evenienza costituirebbe un fattore estremamente positivo per l'apporto valutario, •per i maggiori investimenti, e quindi per l'offerta di nuovi posti di lavoro. Sarebbe interessante poterne incanalare buona parte del flusso verso il nostro Sud depresso .. Molto dipenderà dagli incentivi e dal lavoro preparatorio che le nostre autorità vorranno e sapranno attuare. La posizione britannica è piuttosto chiara. Restando al di fuori della CEE, cosi come di fatto ne sono restati, i produttori inglesi rischiano di venire estromessi da un mercato di vendita di loro preminente interesse. Nello stesso tempo il Reg110 Unito non intende ri11unciare al regime preferenziale di Ottawa, che garantisce il 45 % del commercio estero del Paese. Poiché, entrando a far parte della CEE, la Gran Bretagna avrebbe dovuto adottare la tariffa comune verso i Paesi terzi, e quindi anche nei confronti del Commonwealth, venendo cosi ad infrangere un regime preferenziale che ha fornito ottimi risultati nel passato, a Londra si va tentando una via di com- [67] . \ Bibloteca Gino Bianco

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