Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

' destati, con la correzione che la direzione della classe operaia potesse passare dai comunisti ai socia.listi. E col passare del tempo il contrasto si è aggravato e l'ambiguità o la vuotaggine sono ri1nasti. Perfino Lelio Bas·so, nel suo intervento al Comitato Centrale del giugno scorso, si è accorto dell,a difficoltà ed l1a sottolineato la necessità di dare un « contenuto alla politica di Venezia »; salvo naturalÌnente ad ammonire che bisogna aver pazienza, che la prospettiva è a lunga scadenza, e salvo a farneticare Sll possibili movimenti del Partito· Comunista. Ma in che co;sà.consiste questo « •contenuto » da dare alla politica di Venezia? Basso ha detto che ess•o cc potrebbe essere la creazione rapida di ' un. regime democratico e lo sviluppo economico del ·paese », e sono parole assai savie: ma non ,alterano, esse, per avventura, la posizione irreducibile ' che il Comitato Centrale ha approvata a grandissima maggioranza? E soprattutto non alterano esse tutta la prospettiva marxista? Basso medesimo ha avvertito il rischio: cc ·per fare questo occorre credere che il regime capitalistico è trasforma-bile dall'interno e che lo stato borghese non è un'entità fissa ». Dal riassunto dell'Avanti (del 21 giugno 1958) non si compren-de se, quanto a lui personalmente, Basso crede queste cose; e cornunque l'intero Comitato Centrale si è ben guardato dal raccogliere le parole di Basso. Eppure Riccavdo Lombardi aveva pronunciato già ptima alcune parole finalmente chiare, che avrebbero dovuto far tremare il cuore in petto a<l ogni marxista~leninista: cc se la prospettiva prossima è certamente di un aggravarsi della sitl1azione econo1nica, ciò non comporta automaticamente u11 radicalizzarsi della lotta politica e un accentuarsi della lotta di classe. Questa ronsegue11za dipende solo daJlla direzione •politica dei lavoratori ». In Russia si era inviati ai campi di concentramento per molto meno! Ma Lombardi ha perfettamente ragio·ne: tutta l'esperienza politica del ventesim·o secolo suggerisce di correggere la prospettiva marxista e il PSI p·otrà chiarirsi politicamente solo quando si sarà chiarito ideologicamente. È in effetti l'eredità ideologica, non ·corretta nelle parti in cui andava corretta e non aanmodernata come sarebbe stato conveniente, la quale non con1sente alla più parte dei socialisti del PSI di intendere la differenza tra il vecchio gradualismo riformistico- (il quale tra l'altro era una cosa assai più seria di quel che essi, succubi, nella loro ignoranza, della polemica leninista, mostrano di ritenere) e una moderna politica socialdemocratica. Una differenza che è data dall'oggetto stesso delle richieste eventuali dell'uno e dell'altra oltre che dal progresso delle cose, dall'abbandono della mitologia liberistica da parte degli stessi go\Terni cosiddetti cc borghesi », dalle esperienze di dìrigismo democratico, dal mt1tamento delle tecniche economiche: onde è che alla protezione di interessi di ciasse o anzi di determinate teorie, al singolo cc provvedimento », si sostituisce una politica che riguarda l'intero paese, che è capace di alterare i meccanismi di distribuzione de1la riccl1ezza e di assicurare l'esp,ansione economica e il [60] Bibloteca Gino Bianco

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