Romano] in Italia quella del Bakunin n (e cfr. anche ivi, II, 103, 120 e pas-• sim); mentre fino all'agosto 1871, quando l'azione del Consiglio Generale è· già in pieno svolgimento, tutta cc la organizzazio11e bakuniniana si riduce, lui compreso, a quattro persone» (ivi, II, 338; e anche 165; e naturalmente per il Roman~ non ha importa11za che di queste quattro persone il Gambuzzi e il Tucci fossero i capi della organizzazione 11apoletana ...). . 6. - Il quale Romano giunge persino a rifiutare la paternità del proprio· pensiero (quando venga ricl1iamato a un eleme11tare dovere di coerenza), attribuendo il giudizio finale sul Bakunin i11 Storia, III, 251, ai cc seguaci dell'agitatore russo ». Quando è così, io invito pubblicamente il Romano a precisare quali siano i 11omi di questi seguaci, e in quali luoghi esattamente essi abbiano detto che: cc Bakunin aveva, durante la crisi della Comune, contribuito più di ogni altro alla liquidazione del n1azzinianesimo e del garibaldinismo, trasformandoli e superandoli dalle forrne in cui essi minacciavano di cristallizzarsi; Bakunin aveva affermato categoricamente il concetto della libertà e della federazione riprendendo e diffondendo alcuni motivi del Pisacane che forse altrimenti sarebbero rimasti lettera morta nella coscienza politica italiana; Bakunir1 aveva saldato il pensiero politico italiano alle correnti del proudhonismo francese e del populismo russo, immettendolo nella grande circolazione del socialismo europeo; Bakunin insomma, era stato, per taluni della giovane generazione italiana, il reagente chimico con cui si era risolta, o si era avviata a risolvere, la crisi del Risorgimento ». Nella lettera del Romano, questi cc talu11i della giovane generazione italiana », sono persino diventati, con un autentico colpo di bussolotti, autori del giudizio sopra ~iportato ... Il •passo sta nel luogo citato; e, come dice il mio contraddittore,, « chiunque può risco11trarlo » ! 7. - Infine, il Romano vuol sapere su quali cc nuovi documenti» io fondi il mio rifiuto della sua tesi della scarsa influenza di Bakunin in Italia prima del 1871; ché per lui, solo producendo nuovi documenti si mantiene la discussione « ad un livello scientifico ». Il Ilomano merita dunque eh~ gli si 'insegni quello che. evidentemente ·non sa (o almeno non sapeva fino alla redazione della famigerata lettera): cl1e cioè discutere scientificamente non vuol dire soltanto produrre « nuovi documenti » (altrimenti non sarebbe scientifico il 99 per cento delle discussioni che si fanno in storia antica e medioevale) ma anche e soprattutto vagliare l'i11terpretazione di quelli già · prodotti; ché a nessuno è lecito pubblicare dei documenti, e riservarsi poi il monopolio della loro interpretazione, bollando le osservazioni altrui come non-scientifiche. 1\nche se questo, per avventura, possa essere il tipo di discussione che il Romano più gradirebbe. R. R. [57]. Bibloteca Gino Bianco
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