I rinvio in nota, cc per una discussione di questa tendenza », al mio Risorgimento in Sicilia (Bari, 1950), p. 347 sgg., dove appunto si polemizza con il Gramsci. Questo io avev_ogià dimostrato con tutta evidenza nella mia rassegna. Tutto il resto, dalla dichiarazione che il Romano fa di accettare l'analisi gramsciana della questione meridionale, al problema se questa sia primaria rispetto alla tesi sul Risorgimento, alla domanda se il Gramsci di cui io parlo sia quello di prima o dopo il 1927 (quasi che i testi gramsciani da me citati - e che naturalmente vanno inseriti nello svolgimento complessivo del pensiero del Gramsci in proposito - non siano lì a disposizione di tutti!), può solo servire, in questa sede, a imbrogliare le acque: o meglio, a dar prova di quella mediocre furbizia che non so dove possa condurre nella vita, ma che certo 110n conduce lontano negli studi. E dove mai io ho preteso che le osservazioni dello Chabod (o le mie) st1l pensiero di Gramsci intorno a questi problemi debbano spiegare tutto Gramsci? Il Romano, che è largo di consigli non richiesti, ascolti invece questo consiglio, che è buono davvero: non attribuisca agli altri quel che mai hanno detto o pensato, e su questa base cerchi di costruirsi un modo più serio e sincero di discutere e di lavorare scientificamente. 5. - Ma per il Romano io avrei addirittura svisato il suo pensiero intorno ai rapporti fra i socialisti italiani, Bakunin, Marx ed Engels: che è quanto dire intorno alla tesi centrale del suo libro. Ora, ecco quel che si legge nella mia rassegna: « l'intuizione dalla quale muove il Romano, la continuità cioè fra la tradizione garibaldina e il primo socialismo nostrano, e in particolare la persistente vitalità del pensiero del Pisacane e di quello federalista in alcuni importanti filoni di quel moto, era certo assai seducente: ma a questa ricerca si sovra,ppo11e, fino a soffocarla, il tentativo di dimostrare a ogni costo che il Bakunin fino al 1872 [che va letto invece 1871: come fa notare il Romano con gran lusso di sic e punti esclamativi; e continui pure, ché questa è la sola soddisfazione cl1e gli rimanga!] non ebbe alcuna influenza ~ in Italia dove fino a quella data solo il C·onsiglio Generale di Londra, guidato da Marx ed Engels, avrebbe suscitato e diretto l'organizzazione socialista » (Nord e Sud., n. 22, p. 19). Il Romano lìa mutilato questo passo di tutta la prima parte; e, citando solo il periodo cl1e inizia con « dimostrare a ogni costo, ecc. », vuole far credere che io abbia svisato la sua tesi della autoctonia del socialismo italiano. Sulla qualità di questo procedere giudichi cl1i vuole. Nel passo qui sopra riportato io attribt1isco al Romano la tesi cl1e il Consiglio Generale e non il Bakunin l1a contribuito a legare il moto italiano all'internazionalismo, prima del generale trionfo dell'anarchismo determinatosi soprattutto ·con il passaggio del Cafiero 11elle sue file e culminato nello scisma di Rimini dell'agosto 1872. ivia per ciò si legga in Storia, II, 96: cc è un fatto incontestabile che l'azione del Consiglio Generale precede [il corsivo è del [56] BiblotecaGino Bianco
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