Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

E d'altra parte il rico11oscimentodi tutto questo, che è verità storica- , mente accertata, non deve essere pretesto per velare la gravità dei problemi che tuttora si p·ongono in Italia proprio in dipendenza del modo in cui si è realizzato lo svilup.po capitalistico; e in particolare non può attutire la coscienza del rilievo che assumono nella fase attuale di tale sviluppo problemi come quello del Mezzogiorno e delle campagne in genere, che sono tuttora fra le più povere e arretrate d'Europa. Abbiamo visto come la ·compressione delle campagne sia stata una condizione fondamentale della accumulazione primitiva del capitale in Italia dopo l'unità; e come essa fosse la risultante di un processo storico-politico che aveva accentrato nelle mani del ceto dirigente una somma di potere sufficiente a imporla ai ceti rurali, che certo non l'avrebbero tollerata qualora ad essi fosse stesso non avessi già scritto di non volere << attribuire eccessiva importanza a sifÌatt:i raffronti, per molti rispetti arbitrari e incompleti>> (Nord e Sud, n. 21, agosto 1956, p. 31), e quasi che un raffronto tra sviluppo italiano e francese non sia intrinseco alla stessa tesi del Gramsci. È un fatto, comunque, che i grandi progressi dell'economia fr~ncese, compreso quel periodo che potremmo definire di 'rivoluzione industriale', non sono imn1ediata1nente successivi alla Rivoluzione, ma la seguono a parecchi decenni (non diversamente, dunque, da come accade in Italia dopo il Risorgimento ...). Cfr. p. es. B. F. HosELITZ, Entrepreneurship and Capitai Formation z·n France and Britain s/nce 1700, in Capi.tal Formation and Econom-ic GrouJ,th, a cura del National Bureau Committee for Economie Research, Princeton, 1955, p. 292: in Francia il livello del reddito << remain-ed fairly level from the \ end of the ancien régime to the end of the Napoleonic period, then advanced slowly during the next thirty years until it enter-ed a period of more rapid growth in the second half of the nineteenth century » ( e cfr. ivi, p. 293 la tabella dimostrativa del reddito nazionale in Francia e in Inghilterra e della rispettiva distribuzione della forza di lavoro fra attività primarie secondarie e terziarie, dalla fine del sec. XVII ai primi decenni del XX). Sugli effetti ritardatori della struttura1 contadina francese si tengano anche presenti le notazioni del LEw1s, p. 238: << as the capitalist sector takes in more people and ceases to be small relatively to therest, it ceases to be possible to expand at a constant real wage equal to a low sul> sistence level. This may happen relatively early, as in Fran1 ce, if agriculture remains organised on peasant lines ... »; e si cfr., da ultimo, R. E. CAMERON, Economie Growth and Stagnation in France, 1815-1914, in The Journal of Modern History, XXX (1958), pp. 9-10: << The widespread peasant proprietorship not only resulted in an underemployment of manpower in agriculture but also prevented a growth in the size of the unit of cultivatiori and inhibited the utilization of the most advanced techniques ». [SIJ Bibloteca Gino Bianco

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