Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

la causa che potnpa i capitali disponibili e li sottrae alla terra>>.Dove l'af"' fermazio11e sempre rinr1ovata della mi11ore fecondità dei capitali investiti nelle industrie protette muove essenzialmente dalla concezione liberista della distribuzione degli investimenti, largamente superata nelle m.oderne teorie dello sviluppo economico. Ma è certo che con la tariffa del 1887 non solo venne ripreso sotto nuova forma quel processo di sfruttamento della agricoltura a vantaggio della industria e della città in genere che nei prirni decenni dell'unità era avvenuto essenzialmente attraverso il fiscalismo statale e il contenimento dei consumi rurali; ma vennero general1nente aggravati e approfonditi i caratteri antagonistici del processo attraverso il quale si era compiuta f'unità nazionale, fra città e campagna, fra Nord t Mezzogiorno. E volle dire, tutto questo, accentuazione non solo della inferiorità economica del Sud, ma anche dal suo scadimento sociale e civile) e della miseria e della sofferenza delle genti meridionali, che avrà la sua espressione più vistosa nel grande dramma dell'emigrazione! ma che si rinnova ogni giorno nella vita di tanti borghi e città, o pseudocittà, sparse per le assolate campagne del sud. E certo non saremo n.oi a sottovalutare, di tutto ciò, la negatività storica e morale. Ma accanto e al disopra di tutto questo è giocoforza ricordare che> proprio in virtù del sacrificio imposto per tanti decenni alla campagna e al Mezzogiorno, un paese povero di territorio e di risorse rraturali e sottoposto ad una fortissima pressio,ne demografica come l'Italia è riuscito, unico tra quelli dell'area mediterranea., a creare un grande apparato industriale e una civiltà urbana altamente sviluppata, che 111 gran parte del paese ha diffuso più civili e indipendenti rapporti tra gli uomini e tra le classi, una più moderna concezione della vita, una più larga partecipazione degli italiani ai beni materiali e morali del mondo moderno: perché è chiaro che quando si discorre dello sviluppo del capitalismo in Italia non è solo un aspetto della nostra storia che viene preso in considerazione, ma lo sforzo fondamentale tra quelli che gli italiani hanno compiuto per edificare la civiltà moderna nel proprio paese. Un processo certo meno limpido e lineare che in altre nazioni, nate assai prima della nostra alla vita moderna; e ciò basta a spiegare la somma, · maggiore che altrove, di insofferenze, di malcontento e magari di ribellioni, che quel processo ha suscitato da noi. Anche perchè, diversamente che in altri paesi, è mancata in Italia una specifica « ideologia dell'indu-- [48] BiblotecaGino Bianco

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