essa ricavarono i maggiori benefici (196 ). Non spetta a noi di riprendere . qui i temi del'la pluridecennale polemica fra sostenitori e avversari del protezionismo allora instaurato, che vide schierati a difesa rappresentanti di interessi sezionali, nazionalisti di varia gradazione e colore, esponentj del movimento operaio e del mondo industriale e settentrionale in genere, contro l'attacco concentrico di meridionalisti, sostenitori degli interessi agrari, libero-scambisti di origine p.olitica o <<scientifica», democratici ed esponenti della estrema sinistra. Tuttavia, un piu distanziato giudizio, che voglia essere per quanto è possibile storico e non controver-- sistico e polemico, difficilmente potrà disconoscere che, come già ammet- , tèva Ghino Valenti, « il dazio sul grano, dato il momento economico in cui venne posto, fu provvedimento socialmente utile » ( 197 ): perchè la tesi di coloro che da un pieno svolgimento della concorrenza transoceanica si attendevano una radicale trasformazio11e del1 la cultura granaria, e quindi un sostanziale progresso della nostra agricoltura, anche se vera nel fonde - e non è del tutto certo che lo fosse - trascurava eccessivamente l'urgenza dei problemi che allora si ponevano ai ceti rurali. « Al posto dei cereali qualche cosa, certo, si sarebbe prima o dopo prodotta:; ma questa qualunque cosa non si poteva produrre subito. Per mutare le culture ci volevano capitali per l'impianto e per vivere nell'attesa; capitali non ce n'erano, e la gente non poteva, né voleva, aspettando, morire di fame._ D'altra parte erano in crisi anche gli altri tipi di produzione, e qualunq11e spostamento nelle colture non avrebbe, lì per lì, risolto il problema >> ( 198 J. Indubbiamente, il dazio sul grano rincarò il costo della mano d'opera in1 dustriale, a esclusivo beneficio dei grandi agrari; ma ciò nonostante ( 1 96 ) Tra la letteratura più recente: G. CARoccI, Agostino Depretis e la politica 1:nterna italiana dal 187 6 al 1887, Torino, 1956, pp. 4 39-60 e passim; L. Izzo, Vi·cende della politica commerci·ale, cit., p. 403 sgg.; F. CINGANO, La rivoluzione protezionista da Cavour a Crispi, in Criterio, I (1957), p. 112 sgg. Cfr. ciò che un pioniere dell'industria cotoniera, Ernesto De Angeli, scriveva al Luzzatti a proposito della tariffa del 1887: << ho trovato in generale i nostri industriali abbastanza soddisfatti e grati specialmente a lei di aver preso in considerazione almeno in parte. i loro voti»: LuzzATTI, Memorie, II, p. 247 note 1 e 2. ( 197) G. VALENTI, Il dazi·o sul frumento e l'agricoltura ital1:ana, Bologna, 1898, p. 17. ( 198 ) CoRBINo, lii, p. 97. [45] ·sibloteca Gino Bianco
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