correnza transoceanica; ma che finirono per rivelarsi positivi per lo sviluppo del capitale industriale, in quanto si inserirono sulla fase di febbriie espansione degli affari determinata dall'abolizione del corso forzoso. Questa operazione, preparata nel 1881 con l'assunzione dei biglietti emessi dal Consorzio degli istituti di emissione come debito dello Stato, con la contrazione, nello stesso anno, di un prestito di 644 milioni in metallo in Francia e in Inghilterra, e culminata nella ripresa dei pagamenti in metaUo il 12 aprile 1883; se da una parte provocò una riduzione dei prezzi in termini monetari, determinando così, unitamente al crollo dei prezzi agricoli, un aumento dei salari reali, daltl'altra parte agì come un potente stimolo su tutta l'attività economica del paese. Ristabilita la piena comunicazione del nostro mercato con quelli esteri, si ebbe anche un afflusso di capitali stranieri che si distribuirono nei più vari settori (1 66 bi1 s), attivando la circolazione e facilitando la ·mobilitaz~one del ri- ·sparmio interno, al punto che le banche di emissione poterono abbassare il saggio dello sconto dal 5 al 4 ½ e al 4 %, e talune altre fino al 3 ¼ % e anche meno. Questa abbondanza di capitali venne in soccorso di una economia industriale- che poteva già valersi di un certo numero di infrastrutture, di una moderata protezione assicurata dalla tariffa del 1878, di un rifornimento a prezzi decrescenti di materie prime e di combustibili dall'estero, grazie alla generale discesa dei prezzi sul mercato mondiale. La circolazione cartacea da 1541 milioni nel 1880 scendeva a 1469 nel 1887; ma la riduzione riguardava essenzialmente la circolazione de_lloStato, chè invece quella delle banche saliva nel tempo stesso da 601 a 1003 milioni; gli sconti compiuti dagli istituti di emissione dalla media di 2330 milioni nel 1881-84 aumentano a 4951 milioni nel 1887, quando le loro anticipazioni raggiungono i 230 milioni. Nel tempo stesso i ' ( 166 bis) Nel complesso la loro partecipazione agli investimenti industriali rimane modesta e diretta prevalentemente al settore dei servizi pubblici. Cfr., oltre lo studio ormai antiquato di F. S. NITTI, Il capitale straniero in Italia, Bari, 1915, pp. 51, 53, l'indagine di A. DEL BuTTERO, La partecipazione del capitale estero nell'indu'stri'a italiana, in Mrn. CosTITUENTE, Rapp. Comm. Econ., cit., p. 94. [32] Bibliotecaginobianco
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