Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

ora, come nei periodi successivi, a quello che era ormai (almeno in gran parte del paese) l'ordinato sviluppo economico-industriale, ormai avviato grazie agli sforzi dell'epoca precedente; e inoltre queste spese, in dipendenza tiella mut~ta base del sistema fiscale, non erano più realizzate in forza di un prelievo di ricchezza gravante sopratutto sull'agricoltura, ma rappresentavano piuttosto una forma di reinvestimento di ricchezza prelevata in misura crescente sui redditi del commercio e della in,dustria. Per effetto ,della crisi, l'apporto dell'agricoltura alla formazione del prodotto lordo del settore privato si riduceva nel 1881-87 al 51,7% ( di fronte al 55,6/~ del 1875-80), cioè ad un valore medio di 5100 milioni rispetto a precedenti 5613 milioni: riduzione, questa, non compensata interamente dal progresso degli altri settori, che vedevano l'industria salire dai 1920 ai 2046 milioni annui, e i servizi dai 2559 ai 2724 milioni annui, con un incremento delle rispettive percentuali dal 19,1 al 20,7 % e dal 25,3 al 27,6 %; é in effetti si ha una diminuzione complessiva del prodotto lordo privato, che dai 10102 milioni l'anno del 1876-80 scende a 9870 ne] 1881-87(158 ). Chiaro indice, questo, del malessere eco1 nomico che percorreva il paese, e che direttamente si traduceva, sotto la pressione specialmente dell'incessante incremento demografico, nella accennata riduzione dei consumi i11dividuali. E tuttavia, la crisi agraria ebbe pure una sua funzione nell'accelerare l'avvio di capitali agli investimenti industriali, e nel determinare la consegt1ente espansione di queste attività che caratterizza 11 periodo 1881-87. 111 effetti, la diminuita redditività degli impieghi agrari allontanava << mentì, braccia e clenaro dalla terra per farli volgere verso altri campi d'attività» (159 ). In molte zo·ne il crollo dei prezzi aveva reso rovinosi per gli affittuari i canoni d'affitto pattuiti in epoche di alti prezzi: e ne erano seguite risoluzioni talora concordate talora unilaterali dei contratti (160)9 Nella provincia di Torino << gli affittuari, i quali hanno contratti in corso, trovandosi pienamente in perdita denunciano i contratti, ed\ in caso di rifiuto a forti ribassi nei fitti scappano esp.ortando con loro quanto possono di scorte ed attrezzi>> (161 ). A Novara si prevedeva che ( 158 ) Dati calcolati su SRNI, p. 245. ( 159 ) CoRBINo, III, p. 114. ( 160 ) MINISTERO DI AGRICOLTURA, Variazioni del fitto, cit1, p. 2. ( 161 ) I vi, p. 3. [30] Bibloteca Gino Bianco

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