Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

f Problemi dello sviluppo capitalistico in Italia dal 1861 al 1887 di Rosario Romeo IV Intorno al 1880 una svolta fondamentale si opera nella vita economica italiana con l'inizio della crisi agraria. Gli effetti della concorrenza transoceanica avevano cominciato a farsi sentire già da qualche anno in altri paesi, come la Francia, la cui produzione granaria passava dai 3.200.000.000 di franchi del 1874 a 2.300.000.000 nel 1877 e a 2.588.000.000 nel 1881 (142 ), o l'Inghilterra, in cui si calcolava, nel 1886, che il reddito delle classi r11rali, proprietari fittuari e contadini, fosse diminuito dopo il 1876 di 42.800.000 sterline. La superficie a grano dell'Inghilterra e del Galles si restrinse da 8.244.392 acri nel 1871 a 5.886.052 nel 1901, a causa della riduzione di molte terre arabili a pascoli permanenti, che passarono nello stesso periodo da 11.367.298 acri a 15.399.025, provocando un esodo della popolazione rurale che si calcola a un terzo del totale negli ultimi 25 anni del XIX secolo (143 ). Si trattava dunque di una crisi generale, ai cui effetti distruttivi furono esposte anche le più solide e sviluppate strutture economiche del vecchio continente. Se l'Italia cominciò a risentirne solo ·qualche ann,o dopo, ciò si doveva essenzialmente ai suoi legami ancora scarsi col mercato mondiale: << l'Italia - scriveva nel 1891 il Pantaleoni - è attualmente un paese che trovasi, per cosi dire, in un angoletto remoto del grande oceano degli affari, sicchè 1 le variazioni, che avvengono nel centro di quello, non si trasmettono con rapidità istantanea all'Italia, ( 142) H. AuGÉ-LARIBÉ, La politique agricole de la France de 1880 à 1940, Paris, 1950, p. 269. ( 143 ) LoRD ERNLE, Histoire rurale de l'Angleterre, tr. fr., Paris, 1952, pp. 405,410. [23] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==