/ nica sistemazione delle masse nella vita dello Stato e dell'altra neces$ità di allargare l'orizzonte democratico comprendendovi altre forze politiche, Granchi doveva fare una viva e diretta esperienza ~ e da un osservatorio formidabile e forse unico: il gabinetto di Capo dello Stato - delle difficoltà obiettive della situazione italiana. Molte cose, 'che forse gli erano parse agevoli nella luce un pò deformante della sua inazione precedente, si rivelavano, per contro, ardue; molte operazioni che probabilmente aveva rit_enutemature, nell'impulso del desiderio di movimento, apparivano, in-- vece, assai immature. D'altro canto le riforme necessarie non potevano essere rinviate di anni ancora: la manovra audace aveva ceduto il luogo alla paziente attesa, ma durante l'attesa non era maturato nulla sulla sinistra. E non era accaduto, tuttavia, che tutte le condizioni previste si erano trovate attuate per un momento? Non s'erano mostrate, quelle condizioni, penosi alibi che il massimalismo socialista poneva avanti per nascondere la sua incapacità ad uscire allo scoperto, la sua miserevole im- - potenza ? E non garantiva, per contro, il centrismo programmatico orientato dinamicamente verso sinistra, l'attuazione di un organico piano riformista? Non poteva anche accadere ch,e cinque anni di sodo e serio lavoro politico fossero il migliore mezzo per costringere ognuno ad assumere le proprie responsabilità? Erano questi gli interrogativi che forse Giovanni Granchi si era posti, e intorno a cui era matt1rato un nuovo programma di azione: erano, comunqt1e, gli interrogativi di un politico autentico, desideroso di spezzare il cerchio dell'immobilismo, di porre termine al triste gioco dei rinvii e di dare inizio al concreto lavoro. Certo a chi consideri l'antico compagno di opposizione di Dossetti o anche il politico che con tatticismo spregiudicato e fine a se stess.opensava di poter fare egli, coperto della fama di uomo di sinistra, l'apertura a destra {e che giustamente cadeva in Parlamento, perchè potesse imparare direttamente che i giochi di prestigio non sono politica) o ancora colui che per più tempo è parso chiedersi se fosse preferibile conquistare il partito dal governo o il governo dal partito; a chi consideri simili cose grandissima apparirà la differenza con le posizioni attuali, e molto lungo il cammino percorso da Fanfani e dal partito democristiano tutto intero. E appena credibile sembra che l'avversario di De Gasperi sia diventato il · sostenitore principale del centrismo programmatico o colui che traduce ~ _SQJ1Cretea.~i~ni politiche le più autentiche impostaZioni degasperiane. [19J Bibloteca Gino Bianco ---
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