Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

di criticare: non avevano sempre sostenuto che occorreva restare nel campo delle alleanze democratiche e che il quadripartito era stato una necessità a cui sarebbe stata preferibile, non ci fosse stata di mezzo l'aritme_tica parlamentare, un'altra formula? Fanfani lasciava intendere che la sua era appunto l'altra· formula, fedele alla tradizione delle alleanze democratiche ma insieme più preoccupata del progresso del paese, meglio qualificata da un chiaro contenuto programmatico, sollecita di un nuovo dinamismo politico. Fanfani, insomma, aveva conservato il potere nel partito e per di più aveva occupata d'un balzo la sola posizione politica che la Democrazia Cristiana potesse tenere senza volare incontro alla rovina, e tutto ciò già parecchio tempo prima del 25 maggio. La corsa in aiuto del vincitore poteva anche cominciare: prima della formazione delle liste si annunciava una forte rissa intorno a queste, ma la rissa vi fu quasi esclusivamente per quella romana e la direzione impose, con alquanta fermezza, il proprio punto di vista; tra la formazione delle liste e i giorni della votazione si diede Fanfani per spacciato e si disse che solo un'esigua pattuglia di fan ... faniani sarebbe riuscita, senza riflettere che l'uomo sarebbe stato spacciato· non per il minore numero di deputati suoi propri che fossero riusciti, ma solo nel caso di una secca sconfitta dell'intero partito. Calcoli prudenti danno oggi ad << Iniziativa Democratica » circa centoquaranta deputati e ne danno oltre duecento al centro-sinistra nel gruppo parlamentare democristiano, mostrando come fossero attendibili le voci di allarme. Ma assai più che queste cifre è significativo il fatto che i più eminenti leaders del partito abbiano sentito il bisogno di congratularsi con Fanfani all'indomani della vittoria come col maggiore artefice di essa! La posizione di Fanfani doveva d'altra parte acquistare nuova forza ed esercitare una particolare suggestione in quanto verso le stesse posizioni sulle quali pareva orientarsi il segretario della D.C. era in atto un'autorevolissima convergenza. Giovanni Gronchi aveva avuto un destino diverso da quello degli altri notabili: l'opposizione a De Gasperi da posizioni di sinistra, ma diverse da quelle di Dossetti, l'aveva tenuto in disparte dal gruppo dei vecchi popolari strettisi intorno al leader trentinoall'indomani della Liberazio11e. Diventato Presidente della Repubblica co.n1' ansia della sua problematica sociale, con l'ostinata convinzione della necessità di arricchire il tessuto della vita democratica italiana mercè l'orga-- [18] Bibloteca Gino Bianco

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