·Zeli e la struttura stessa del governo in carica, un monocolore di collegamento alle elezioni, eliminavano ogni concorrenza ed ogni possibilità di r • • rr1z1one. I notabili, finalmente, avevano agevolato di molto la posizione di Fan.- fani quando, dopo la morte di De Gasperi, avevano tentato di compensare la loro mancanza di potere nel partito con una sorta di rappresentanza ufficiosa delle idee e delle preoccupazioni d'oltre-Tevere. Ora, è vero che non esiste un indirizzo univoco in seno alla gerarchia della Chiesa cattoIica; ed è altresì vero che non si può sostenere totalmente la tesi essere i notabili gli strumenti preferiti della élite dirigente vaticana, sempre diffir ,,dente di un partito cattolico modernamente organizzato: ma è ovvio che vi sono rapporti e alleanze che si instaurano senza patti scritti e senza che gli interessati abbiano dovuto riunirsi intorno ad un tavolo; e vi sono interessi, supposti, della Chiesa che i notabili democristiani possono essere stati tentati di difendere prima ancora di esserne richiesti, per farsene un merito o anche solo per battere ~n velocità l'avversario. Ma quando Andreotti prende, ad esempio, una certa posizione sul caso del vescovo di Prato e Fanfani ne prende un'altra, più cauta e meno clericaleggiante ed integrali- .stica, Andreotti può pensare di aver danneggiato Fanfani o di averlo vinto nella corsa all'appoggio della gerarchia; ma in realtà ha giovato all'avversario. Con quell'atteggiamento più cauto, infatti, Fanfani riesce a tenere .dietro ,di sè anche coloro i quali, all'interno del partito, sono colpiti dalle eccessive velleità clericali e riesce altresì a salvare la faccia innanzi al corpo elettorale: a questo modo egli consolida la sua posizione, e inevitabilmente a lui piuttosto che ad Andreotti si rivolgerà la stessa gerarchia, che non saprebbe che farsene di un alleato squalificato a priori. Non per altre ragioni, del resto, l'Osservatore Romano ha quasi sempre appoggiato ~'anfani quando la polemica contro di lui all'interno dello stesso partito pareva diventare troppo aspra. Certo non sempre i responsabili ai varj livelli della politica vaticana hanno 1nostrato la stessa lucidità di calcolo politico e lo stesso controllo delle loro reazioni (altrimenti non si spiegherebbero quella manifestazione di miopia politica che fu la prima reazione alla sentenza sul vescovo di Prato e la avventatezza dell'invito agli elettori a discriminare i candidati della lista milanese della D.C.): ma gli errori appaiono errori in sè e non consentono di mettere in dubbio che alla lunga [16] Bibloteca Gino Bianco
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