questa presa di coscienza non poteva non corrispondere una maturazione· politica. Il Segretario del partito, cioè, si rendeva conto (e da questo punto· di vista le amministrative del 1956 erano state un prezioso avvertimento) che la D.C. non avrebbe mai raggiunto la maggioranza assoluta e che pertanto !Jisognava fare di necessità virtù e far conto di governare con deglialleati; si rendeva conto, inoltre, che fare del partito uno strumento, una istituzione della democrazia italiana, come aveva voluto De Gasperi, per· radicare i _cattolicinello Stato, voleva dire fare un partito non già omogeneo. in sè, come avevano -desiderato molti (e tra i molti egli stesso), ma omo--~ ' .geneo alla società italiana; si rendeva conto, altresì, che un partito a voca- - zione maggioritaria doveva essere, come insegnava l'esperienza più recente delle democrazie moderne, non già reclutato socialmente in un solo ceto,. ma sinteticamente rappresentativo dell'intero paese; si rendeva conto, finalmente, che la D.C. doveva definire, appunto guardando al paese e alla· sua ·propria vocazione maggioritaria, i rapporti con« l'oltre-Tevere>>.Ma per dare una soluzione politica a tutti questi problemi era necessario che l'uomo stesso che aveva il potere nel partito, e che pertanto, se accadevano talune cose (se cioè se le elezioni politiche fossero andate bene), poteva 1essere il' nuovo Presidente del Consiglio, m11tassela sua stessa posizione. Egli non poteva più essere il capo di una corrente, maggioritaria quanto si vuole· ma pur sempre corrente, e doveva diventare un leader al di sopra delle correnti. Di qui il Congresso di Trento, che nella sua liturgia ebbe l'aria di essere un'intronizzazione del Segretario del partito, che provocò un· vivace urto cori Segni e che lasciò un notevole strascico di polemiche tra gli stessi iniziativisti. E ancora una volta si badò piuttosto agli umori e alle \ reazioni passionali che alla sostanza politica degli, avvenimenti: la qualeconsisteva tutta nel fatto che il dominio della corrente continuava nella D.C., ed anzi continuava più forte che mai (come si sarebbe visto a] • momento della formazione delle liste), ma che Fanfani non era più il capofazione, sibbene il moderator reipublicae~ E l'ingresso di tutte le correnti nella Direzione al Consiglio Nazionale di Vallombrosa non serviva solo a rafforzare la Direzione stessa e a mostrare all'opinione pu·bblica che il par-: tito era compatto; ma anche a confermare che quella direzione era la direzione di tutti e che, dunque, il Segretario era il Segretario di tutti, e non di 11nacorrente soltanto, l'effettivo leader del partito. La presenza alla testa del governo di una personalità insignificante quanto rumorosa come l'on .. [15] Bibloteca Gino Bianco
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