Nord e Sud - anno V - n. 45 - agosto 1958

, piuttosto che a smussare gli angoli, e dunque a portare il governo sempre .al l,imite dell'esplosione; il che vuol dire, in persone determinate ad evitare l'esplosione, al limite dell'immobilismo. Non solo: ma una simile formula supponeva che lo stesso partito de- ·mocr.istianoaccettasse di restar fermo allo stato larvale, chiuso per quattro anni nel guscio di una polivalenza tattica che fatalmente gli proibiva tutte le posizioni di punta, tutte le affermazioni programmatiche, e che quindi ne impediva la crescita; e proprio nel momento in cui il problema del partito si riproponeva a tutti con particolare acutezza. Col governo dei ·11otabilii demiurghi diventavano troppi per poter essere pazientemente sopportati; tanto più che proprio nello stesso momento il demiurgo più grande di tutti, De Gasperi, rovesciava la sua posizione tradizionale e si poneva il problema del partito. Al Congresso di Napoli il vecchio leader, già· quasi morente, doveva mostrarsi ancora una volta il più intelligente e ·verrebbe voglia di dire il più moderno di tutti gli altri: egli si chinò a studiare il partito, le sue forze costitutive, i suoi nodi, i suoi punti di difficoltà; e ne costruì la sociologia e insieme la filosofia p·olitica, indicandone perfino i modi di crescita, le possibilità di saldatura con forze extra-partito, i ~apporti con le tradizioni politiche del paese. Sarebbe, tuttavia, troppo , precipitoso concludere che a Napoli De Gasperi si convertisse al dossetti~ smo, alla concezione di un partito a struttura rigida, orientato, per la sua composizione, in una sola direzione e già pronto ad essere, esso, lo Stato: quel tanto di leninismo che era in una simile concezione non ,poteva non respingerlo. In realtà D·e Gasperi continuava a pensare al problema di tutta la sua vita di uomo politico, al problema che s'era posto nel '19 e poi ancora una volta nel 1929, e cp.e fi11almente aveva procurato di risolvere . -dal '48: saldare i cattolici allo Stato Italiano. E spregiudicatamente inten- . deva adesso tutte le precarietà delle soluzioni da lui stesso tentate fino .allora, intendeva i limiti del suo •proprio realismo. Perchè quella saldatura .si avesse, occorreva un tramite organico tra i cattolici e lo stato italiano, e questo tramite non poteva essere che il partito; ma occorreva che il partito cessasse di essere quella singolare federazione di clientele e di sezioni e di gruppi di interessi, che era stato fino allora, e diventasse un fatto moderno, un'istituzione della democrazia italia11a.Ossia occorreva che il partito fosse _finalmente un partito, e che anche il cattolicesimo politico italiano com-- [10] Bibloteca Gino Bianco

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