zioneJ Pasternak-regime sovietico) indica uno degli errori di molte interpretazioni parziali del romanzo nell'aver <<postulato» il punto di vista di Pasternak « come contrapposto all'esperienza sociale, non come risultato di questa esperienza stessa». Partendo invece dall'interpretazione secondo Fortini (e anche secondo noi) più esatta, anche il contenuto etico del roma11zo ve~rebbe illuminato di luce ulteriore: quella sua << prospettiva - ad esempio - dì un particolare umanesimo 'laico', ma inform~to di spirito religioso >> risulterebbe qualitativamente diversa da quella di un I Camus:, di un Vittor~ni o di un Silone, di tutti gli scrittori occidentali, insomma, cl1e rivendicano, come fa Pasternak, la verità dell'individuo. << La realtà sociale che sta immediatamente intorno al libro di P. lo determina e lo modifica; non foss'altro perché le tesi dei Camus, Vittorini, Silone, ecc., sono assai largamente condivise, in partenza, dal pubblico potenziale dei loro libri, mentre, per Pasternak, o Dery, è lecito supporre un notevole grado di ripulsa e di resistenza dei lettori: e in quanto alle at1torità ufficiali, letterarie e politiche, tutti sap_piano come hanno reagito. Non tutto il mondo è paese, insomma: e altro è parlare di umanesimo, libertà, socialismo, dall'interno di una società che non ha vissuto o subìta una rivoluzione socialista, altro irivece quell'esperienza, attiva- • • mente o passivamente, aver vissuta>>. « Si dovrà concludere - aveva già premesso Fortini - che mai come in questo caso due persone che dicono la stessa cosa non dicono la stessa cosa». Il rapporto tra Pasternak e il socialismo è, del resto, un rapporto fecondo, perché << coscientemente o no, in pratica, ossia in poesia, la positività del socialismo non è più messa in discussione: solo che Pasternak e Dery debbono combattere la menzogna e il delitto e lo fanno col solo strumento politico di cui dispongono, a costo della libertà o della vita: la letteratura>>. Per canali insospettati si determina a questo punto un contatto tra il marxista Fortini e il cattolico Bo (V. sopra). Il Dottor Zivago non è certo un libello: ma è un libro anche politico, come politico è tutto ciò che diventa espressione di sentimenti e situazioni umane all'interno di u11asocietà. Così non lo si può comprendere « se non si avverte che l'artificio letterario grazie al quale è spostato nell'età della guerra civile e negli Anni Venti un dramma che si è consumato invece, nella coscienza russa, negli Anni Trenta (con che spiega, non poche [102] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==