tanta tempesta, tanto dolore e terrore, tanta disumana violenza., nell'anima di uno scrittore russo il senso della verità è rimasto intatto, intatto. l'amore della vita, intatta persino la speranza; e, infine, ferma come al giorno di Pushkin, la fiducia nella parola». Ma, ancora, il Chiaromonte vede nel Dottor Zivago « una meditazione sulla storia, anzi sulla distanza infinita che separa una ~oscienza umana dalle violenze della storia; soltanto se la mantiene - aggiunge - un ..uomo può rimanere uomo, ritrovare le orme della verità che il turbine degli eventi cancella e confonde continuamente»: non sempre, dunque, la verità coincide con la storia: la storia è il regno del contingente. Sono due proposte di corollario cl1e - ci sembra - non deformano l'interpretazione del Chiaromonte e ne sottolineano anzi la singolare adesione a quel carattere di ambivalenza che abbiamo già rilevato come una preminente << moralità >>del libro di Pasternak. Evidentemente non possono sottoscriverle i custodi dell'ortodossia marxista: quel mantenimento della << distanza infinita che separa una coscienza umana dalle violenze della storia>>, che nell'articolo di Chiaromonte è una felice intuizione critica, diventa per Carlo Salinari, una << involuzione psicologica » in base alla quale Zivago finisce << per disprezzare la politica, gli uomini politici, lo stesso marxismo... per odiare la rivoluzione>>. Non si può non concordare con Salinari quando deplora la << campagna scandalistica >>condotta intorno a Zivago (per quanto egli la deplori, più che per il suo oggetto, per i temi sui quali essa è stata «orchestrata»); ma c'è da stupirsi che le ragioni polemiche (cfr. Il Con.. temporaneo, 18 gennaio 1958) abbiano finito per limitare la sua comprensione dell'opera e l'abbiano indotto a liquidare l'autore come una rispettabile anticaglia: << È abbastanza evidente - per Salinari - che dietro questi occhi (di Pasternak) che guardano e giudicano in modo così fallimentare la trasformazione rivoluzionaria della vecchia Russia c'è una ideologia presovietica e premarxista che si riallaccia... alle caratteristiche di alcuni gruppi d'intellettuali russi formatisi negli anni a cavallo tra i due secoli. Si tratta dei poeti e scrittori del cosiddetto decadentismo o simbolismo russo che rompono bruscamente la tradizione realistica dei grandi scrittori dell'Ottocento, giunta fino _a Cecov, ripercorrono in pochi anni le esperienze del decadentismo europeo e si chiudono anch'essi [99] • Bibloteca Gino Bianco
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