1 perchè quella pareva la strada più breve per radicare profondamente i catl tolici nello Stato italiano e lo Stato nella coscienza dei cattolici. · La sconfitta del 7 giugno 1953sembra mettere in dubbio ogni cosa: non è solo il ridimensionamento del partito, è il fallimento di un programma che si voleva, come si è visto, assai più ambizioso di quel che molti sospettassero, è, insomma, la crisi della Democrazia Cristiana tutta intera. Vi sono doveri di governo che si impongono in una situazione come quella italiana ad un partito come la D.C. anche dopo una cocente sconfitta: l'ottavo ministero De Gasperi ne è l'espressione. Pure la soluzione che il vecchio leader aveva adottata era la peggiore di tutte: un governo monocolore che si rifiutava di scegliere per evitare di impegnarsi; un governo, cioè, che manteneva certi aspetti deteriori della tattica degasperiana (la continua 1 premura a coprirsi sulle ali, anche quando non pareva necessario, e la conseguente polivalenza) e che si riprometteva di :riprendere poi i suoi tempi più vitali, magari sul piano della politica delle cose. Ma la larvata apertura a destra comprometteva appunto ogni possibilità di ripresa, poichè uccideva politicamente la formula come formula democratica. Era tuttavia destino di Pella, con il generico qualunquismo del ·programma della normale amministrazione e col nazionalismo retorico, condurre a termine l'esperimento e dare agli altri il tempo dell'analisi critica. Ma una parte del vecchio gruppo degasperiano si riteneva già appagata e considerava l'esperimento Pella come la manovra di avvicinamento tattico verso un governo dichiaratamente appoggiato ai monarchici. Andreotti, ad esempio, che era vissuto anni accanto a De Gasperi come il famulo 'Nagner accanto a Faust, imparando, cioè, la tecnica politica degasperiana, assimilandone anche i dati più esteriori del programma, ma non comprendendone affatto l'ideologia e non sospettando che dietro la tattica v'erano i problemi che era sempre necessario intendere e risolvere; Andreotti proponeva l'apertura a destra. Ma questa poteva risolvere il particolare tecnico della maggioranza parlamentare, non risolveva il problema della Democrazia Cristiana come partito, e come partito nello Stato italiano, che lo scacco del 7 giugno aveva riproposto drammaticamente; o anzi lo risol- , veva nel modo più sfavorevole: la D.C. diventava un partito che da sè si <<prestava» ora a questo ora a quello, diventava la gallina che cova le 11ovadegli altri o, se si preferisce, un amministratore degli affari altrui. Il famulo Wagner poteva condurre a termine una manovra di corridoio, [8] Bibloteca Gino Bianco
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