Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

multiplo (mixed-team approach), di discipline « ibride » e cc multiple_», di unità delle scienze, di unificazione del linguaggio scientifico nei termini del linguaggio d.elle scienze fisiche, di prospettivismo e visione plurale delle scienze, di teoria generale dei sistemi (general system teory), di movimento interdisciplinare (iriterdisciplinary movement). L'integrazione di cui si parla è da riferire .alle discipline dette scientifiche, quelle cioè in cui il pericolo ·della clausura specialistica è più urgente. È ancl1e da notare che la sintesi delle scienze è posta, non su una base religiosa (tipo sunima medioevale) o filosofico-metafisica, ma su base interamente scientifica (a volte logico-empirica o semantica). Per quel che riguarda la scuola, è cl1iaro cl1e l'esigenza integrativa esige una revisione generale dei programmi, l'incre111ento delle lezioni a più voci e delle ricerche pluricompetei1ziali, l'introduzione di nuove discipline « ibride » e « multiple >>. Detto questo, bisogna anche notare che un'integrazione che sia solo scientica, che sia data cioè solo su un piano culturale, e non divenga integrazione etica, riscl1ia di disintegrare l'uomo per integrare la cultura dell'uomo. Per questo è sem.brato urgente (e proprio ir1 paesi in cui il movimento interdisciplinare ha avuto maggiore seguito) restaurare la cultura umanistica (humanities), necessaria a raggiungere quella saggezza che oggi sembra a molti un miraggio cor1creto per l'uomo. Questo non vuol dire che un'integrazione etica non possa darsi se non nelle materie umanistiche: anche le scienze possono essere motivo d'una 11ostra formazione etica, purchè non divengano occasioni per un disumano ascetismo specialistico, ma siano guardate in funzione dell'uomo e del destino dell'uomo sulla terra. BRUNO LAURETANO I . Aapetti sociali del problema abmzzese Un disegno di legge, presentato ai primi di quest'anno da alcuni s~- natori abruzzesi, invoca provvedimenti urge11ti e straordinari per questa antica terra, afflitta da mali gravi e persistenti, sempre in lotta con una tri~e realtà di bisogni e di miserie. La natura - si sa - non è stata benigna con l'Abruzzo: tutto montagne e colli, con terreni eccessivamente franosi, il suo territorio è reso instabile dal disordine idrogeologico; bastano ·perciò le ricorrenti nevicate annuali, o un'alluvione, anche modesta, a provocarvi grandi turbamenti che si ·ripercuotono in ogni campo. Si aggiungano al quadro le condizioni di molti ce11tri a1 bitati, disseminati sulle montagne, l'insufficienza degli impianti i11dustriali, il basso reddito . [83] Bibloteca Gino Bianco

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