sarà questa vita, le sue esigenze e le sue necessità, perchè la forma vi ,si adatti nel migliore modo possibile. È cioè necessario che la nuova città sorga come parte integrante di un piano cl1e com·pre11da tutta l'area di sviluppo barese. A questo proposito risulta evidente l'insufficienza del piano regolatore generale di Bari, redatto qualche anno fa da alcuni fra i più tristamente celebri urbanisti sventratori dell'epoca imperiale, i quali si sono preoccupati soltanto dello svilup•po urbano, senza curarsi minimamente della somma di funzioni cl1e si addensano nell'interno barese, cioè nella striscia costiera che va da Barletta a l\Ionopoli. A quest'area, ed al suo avvenire, è legato lo sviluppo di tutta la Puglia e della Basilicata; e quindi non è soltanto un problema urbano quello che si doveva affrontare con il piano regolatore di Bari, ma un problema di sviluppo su scala territoriale, tendente a creare una vera e -propria metropoli decentrata. Ora che è venuto il momento di una iniziativa degna della capacità di svilu·ppo della città, nel piano non si trova u11 luogo per sistemarla, e si è costretti ad ubicarla a casaccio nel territorio. · Riteniamo che per un urbanista serio non sia possibile concepire una nuova città in un luogo qualsiasi, e quindi abbandonarla alla buona e alla cattiva sorte, senza preoccuparsi per l'avvenire della popolazione che dovrà abitarvi. Quando i sotto - occupati, o i disoccupati trrasferiti nelle nuove case, non troveran110 più nell'ambiente quelle minute possibilità di sbarcare il lunario che offriva loro il tessuto economico di una grande città e quindi saranno costretti in un circolo chiuso di ·depressione e di miseria, che avverrà del nuovo quartiere, concepito con tanta cura formale? Chi lo renderà vivo e vitale, se gli abitanti, per il loro lavoro, saranno costretti a trascorrere tutta la loro giornata altrove? Se quindi si avrà un'altra di quelle borgate che infestano i dintorni delle grandi città (e si pensi alle borgate romane), a chi potrà essere attribuita la respo11sabilità? È evidente che la responsabilità non sarà tanto degli amministratori, 'che hanno cercato di cavarsela nel modo più economico, ma sarà dell'urbanista, che, rifugiandosi nel limbo della forma, non si è preoccupato di imporre agli amministratori e ai politici le esigenze di una pianificazione, di un vero e proprio coordinamento. E il dibattito a cui si è accennato avrebbe potuto essere proprio un'occasione per sollecitare l'iniziativa, nella classe ·dirigente ed economica della città, di una pianificazione intercomunale che organizzasse le strutture del territorio adeguandole alle sue sempre crescenti capacità di sviluppo. -Purtroppo chi si è dimostrato più sordo all'esigenza di un coordinamento è stato proprio il coordinatore, che ha cercato di sfuggire con indubbia abilità ad ogni apertura versò un inquadramento del progetto da lui redatto per le esigenze complessive del territorio. E si noti che, la sede in cui si svolgerva il dibattito, la Camera di Commercio, era la più [79] Bibloteca Gino Bianco
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