tico-sociali dell'ultimo secolo nei paesi dell'Euro,pa occidentale si deduce una necessaria trasformazione dei partiti socialisti da rivoluzionari in riformisti, perchè i socialisti del PSI parlano sempre con ironia e disprezzo dei socialriformisti? perchè l'on. Nenni l1a tratto vanto a Venezia del fatto che il PSI non era nè massimalista nè riformista (è necessario aggiungere che non ha spiegato cos'è)? perchè le posizioni riformiste sono considerate un tradimento? Bisogna ammettere che da questo punto di vista v'è una grande contraddizione fra talune intuizioni che i socialisti hanno e la concreta condotta politica: poichè mentre le prime sono a volta aderenti ad una visione obiettiva ,degli sviluppi deLla società contemporanea, 1 la seconda fa pensare che essi siano convinti che si viva sotto gli zar. Noi possiamo comprendere benissimo come sia enorm,emente più facile vivere sull'eredità della rivoluzione (e per giunta di una rivoluzione da farei), rinviando così lo studio esatto dei concreti problemi della società italiana ed europea: ma a questo modo non si è una forza politica. Si possono magari guadagnare anche dei voti e avere un numero maggiore di deputati: però quei voti e quei deputati non serviranno a nulla dal momento che nei problemi della vita del paese subiranno sempre l'iniziativa di coloro che hanno studiato tali problemi. E in concreto, eccezion fatta per talune stravaganze, cosa hanno mai detto i socialisti sul problema dei monopoli o su quello dell'energia atomica che non si fosse letto prima nei convegni degli cc Amici del Mondo »? Riformisti che non vogliono confessare di esserlo: ecco cosa appaiono i socialisti del PSI a leggere alcu11e pagine del libro di Lelio Basso. E che, aggiungiamo noi, per questa loro vergogna a,d assumere schiettamente le posizioni che dentro di sè avvertono co1ne giuste, portano confusione in se ~tessi e paralizzano ogni propria possibilità politica. Ma forse il discorso me .. rita di essere approfondito ancora di più sul ,piano dell'ideologia; si è detto infatti, cc riformisti »; ma si può essere, entro certi limiti, riformisti e marxisti insieme? È vero questo dei socialisti del PSI, di Lelio Basso, ad esempio? Per rispondere a questa domanda occorre porse11e un'altra: ci si può chiamare ancora marxisti senza accettare la concezione che Marx aveva della società, senza accettare la concezione del rapporto tra struttura economica e sovrastrutture ideologiche o politiche, senza accettare la irreversibilità della legge dell' impoverimento progressivo? Evidentem.ente no, a meno di no·n considerare il pensiero di Marx come una sorta di cappello buono per tutte le teste.. Ora se ci sì riflette un istante, la conclusione che si deve trarre in buona logica dal quadro che Lelio Basso ha tracciato dello sviluppo storico della democrazia è appunto l'abbandono delle tesi fondamentali del marxismo. Poicl1è cosa dimostra questo sviluppo storico se 110n ch,e la concezione marxista del rapporto struttura-sovrastrutture era erronea nella sostanza? .Le ferree leggi dell'economia avrebbero dovuto comandare alla lotta politica e imporle un certo svolgimento: ed invece [74] Bibloteca Gino Bianco
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