rurali servite di posta nel 1861 e 3900 nel 1870; 2605 uffici nel 1870 e 3328 nel 1880; 96 milioni di lettere e plichi nel 1871 e 144 milioni nel 1880; il movimento dei vaglia postali da 22 milioni nel 1861 passa a 484 milioni nel 1880; le linee telegrafiche da 9900 Km. nel 1861 a 25500 Km. nel 1880, il numero degli uffici da 355 a 1666, i telegrammi da 800 mila a 6800 mila), delle tramvie a trazione meccanica (1868: 8 km.; 1880: km. 705), e via dicendo (98 ). Gli effetti di tutto ciò sul rinnovamento della vita italiana in molti settori furono indubbiamente fondamentali. Si è osservato talora che le costruzioni ferroviarie non diedero subito i risultati sperati, e constatati in altri paesi, vuo1 perchè non agirono da stimolo sull'industria meccanica e metallurgica 11azionale, incapace di fornire il materiale richiesto, che dovette essere acquistato all'estero; vuoi anche per gli scarsi risultati economici della gestione nei p~imi anni (99 ), come risulta dalle basse cifre del prodotto chilometrico, che risulta piuttosto in declino che in aumento al 1870(100 ). Ma se è innegabile che l'arretratezza del paese rendeva impossibile allora un proporzionato sviluppo dell'industria meccanica, è indubbio che gli· effetti economici delle ferrovie furono rilevantissimi, anche se nei primi anni le gestioni delle varie linee andarono incontro a scarsi profitti, e talora a perdjte gravi. Per il periodo a11terioreal 1872 si hanno solo dati parziali; e tuttavia già allora hanno un indubbio significato le cifre dell'aumento del traffico su alcune linee più importanti, che dal 1867 al 1869 vedono salire i viaggiatori da milioni 14,4 a milioni 18,2, le merci a ·piccola velocità da 29,4 milioni a 42,0 e il bestiame da 517 a 760 mila capi. Ancor più significativi i dati, completi, sul traffico dal 1872 al 1880, che registrano un aumento da 25,5 a 32,5 milioni di viaggiatori (indict 127,2), da 5.696 mila a 9.329 mila tonnellate di merci a piccola velocità (indice: 163,7), e da 678 a 1120 tonnellate chilometro (indice: 165,2)(101 ). È appunto questo concorso di spesa pubblica e di investimenti privati - italiani e stranieri - nel settore delle opere e dei servizi pubblici, che caratterizza la generale fisionomia degli investimenti in Italia durante (98) Per lo sviluppo delle opere pubbliche cfr. A. DE STEFANI, La politica dello Stato e le opere pubbliche, Roma, 1924; CoRBINO, I, p. 175 sgg., II, p. 217 sgg. ( 99 ) LuzzATTo, p. 277 sgg.; LÉMoNoN, p. 23 sgg. ( 100 ) CoRBINo, I, p. 197. ( 101 ) lvi, I, p. 197, II, p. 271; cfr. Ann. stat;. ital., 1884, p. 164. · [46] Bibloteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==