v'è dubbio che larghissimo fu il concorso straniero alla creazione di quasi tutte le maggiori società ferroviarie, e alla costruzione delle linee più importanti (95 ); e che anche molti altri settori ebbero un impulso cospicuo dalla partecipazione straniera. Soprattutto è indicativo l'elenco delle società straniere perchè esso dimostra, se non l'ammontare, l'orientamento prevalente di tali investimenti, che si può ritenere comune, con certezza, anche ai capitali operanti sotto ragione sociale italiana. Imprese minerarie, in Sardegna in Sicilia e in Romagna, per l'estrazione di piombo, zinco, zolfo; società per l'illuminazione e il riscaldamento a gas di Verona, Milano, Napoli, Cagliari, Messina, Prato; compagnie per i battelli omnibus di Venezia, per i tramvai di Milano, Vicenza, Piacenza, Firenze, Torino, Napoli, Brescia, Alessandria, per le ferrovie secondarie di Napoli, Nola e Baiano o i tramvai a vapore interprovinciali di Milano, Bergamo e Cremona, per gli acquedotti di Cagliari, Torino, Napoli: in queste imprese si concentrano sopratutto gli investimenti stranieri in Italia verso il 1881(96 ). Appar chiaro, dunque, che accanto alle imprese minerarie sono specialmente i servizi pubblici, di trasporti ferroviari e tramviari, illuminazione a gas, acquedotti, che hanno attirato i capitalisti stranieri: che sono appunto le forma di investimento preferite, come è noto, nei paesi sottosviluppati, vuoi nell'intento di fornire materie prime alle industrie manifatturiere dei paesi investitori, vuoi per la maggiore sicurezza e stabilità della domanda che è inerente alle imprese di servizi pubblici (171 ). In tal modo, gli investimenti privati stranieri finivano per affianca~si alla p.olitica di opere pubbliche dello Stato, contribuendo alla creazione di quell'insieme di servizi, preliminari ad ogni efficace sviluppo industriale, che vanno oggi sotto il nome di «infrastrutture)). Non staremo qui a ripetere· i dati già noti sullo sviluppo, dovuto alla cooperazione di questi due fattori, della rete ferroviaria, passata da 217S Km. nel 1860 a 8713 nel 1880, della viabilità ordinaria (1860: strade nazionali e provinciali Km. 22S00; 1880: Km. 35S00; oltre a un rilevante sviluppo delle strade comunali), del servizio postale e telegrafico (960 località ( 95 ) Cfr. da ultimo LuzzATTo, p. 273 sgg. (96) SACHS, PP· 743-45. (97) NuRKSE, p. 82 sgg. [45] Bibloteca Gino Bianco
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