Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

rimane quella data dal Jacini nella relazione finale dell'Inchiesta Agraria. (< Le classi dirigenti, letterarie e politiche, imp azienti di realizzare l'ideale di grandezza nazionale che avevano nella mente e nel cuore fecero una politica grande,· ma oltremodo costosa. L'Ita lia era un ,paese quasi esclusivamente agricolo, suscettibile di diventar ricco, ma ·povero intanto... e per poter prosperare aveva bisogno, come stru mento indispensabile, appunto di quei capitali che la politica le sottra eva. L'Italia, paese povero e ieri ancora un no·me geografico, riuscì a cerc are un potente esercito, degno di una primaria potenza, una formidabile armata navale, con navi che costano venticinque milioni l'una, a fine di poter rappresentare una parte decorosa nel concerto europeo; volle esser coperta da una rete di ferrovie, talune anche affatto inutili e c ostose, e vincere colla vaporiera gli ostacoli delle Alpi e degli Appe nnini; mantenere una selva di Università ed Istituti scientifici superio ri; provvedere ogni piccola città di una prefettura e di un tribunale d i prima istanza, ed ogni villaggio di una pretura. Essa fece di più. Riuscì a pareggiare le proprie finanze e a togliere il corso forzoso che era stata obbligata a introdurre provvisoriamente>>. Ma con ciò si ebbe il par eggio finanziario, non quello economico della nazione: << Le imposte d'ogni specie che aggravano la terra ... ri~estono il carattere di una spogliaz ione a vantaggio dello Stato, delle provincie e dei comuni )> ( 86 ). Con grande chiarezza ed efficacia il J acini poneva in tal modo il problema storico, di importanza fondame ntale, della funzione svolta dal nuovo Stato nel quadro dello sviluppo e conomico del paese. E poichè la politica del ceto dirigente risorgimentale aveva fatto di questo Stato essenzialmente 11no strumento per diverger e verso altri impieghi quei capitali che l'agricoltura aveva prodotto e che sarebbero stati indispensabili al suo ulteriore sviluppo, il J acini era indotto a pronunciare un giudizio severamente negativo, e ad ammonire pessimisticamente la scarsa saggezza di « colui che uccise la gallina che ponzava l e uova d'oro», ponendo così una gravosa ipoteca su tutto l'avvenire del paese, che solo da una più mite politica fiscale e da un rifiorire dei traffici mediterranei avrebbe potuto attendersi una via di salvezza (87 ). ( 86) S. ]ACINI, L'inchiesta agraria, Piacenza, 1926, pp. 230-31. ( 87) Ivi, pp. 225-26. . [42] Bibloteca Gino Bianco

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