Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

( antichi debiti 5 e 4% e per il basso saggio di emissione (in media 68,10%), assai più dell'effettivo ammontare dei mezzi finanziari così procurati allo Stato. È vero che alla sottoscrizione della rendita italiana concorse lar · gamente, come è noto, anche il capitale straniero: ma la sua partecipazione non sembra che abbia mai superato i 7000 milioni nominali (83 ), restando sempre inferi ore a quella del risparmio nazionale, come appare dalle cifre degli interessi pagati alrestero e all'interno durante il decennio.~ che ascesero rispettivamente a 848 e a 1748 milioni (84 ). Di fronte all'aumento di 6 milionij di questo primo decennio, può considerarsi moderato l'incremento di 1600 milioni, sottoscritti in gran prevalenza dal risparmio nazionale, durante il secondo decennio: nel corso del quale, per altro, si pagarono 4612 milioni di interessi, cioè 1786 in più dei 2826 milioni pagati nel decennio precedente (85 ). È noto quale poderosa concorrenza a:b•bia fatto questa forma di investimento, resa allettante dagli alti saggi di interesse, che raggiunsero il 9,38% nel 1867, agli impieghi privati del capitale; e trattandosi di una forma di collocazione del risparmio particolarmente gradita ai gusti e alle preferenze dei ceti agricoli, dal grosso proprietario al piccolo colon?, si ·può esser certi che anche alla sottoscrizione del debito pubblico nazionale hanno concorso in misura preminente risparmi accumulati nell'ambito delle attività agrarie. III In complesso, uno sforzo certamente rilevante, e tale da dare buon fondamento all'universale lamento dei contemporanei e dei più tardi osservatori delle cose agrarie italia11e, che in quella politica fiscale videro la sorgente di gravi mali per la nazione, il sacrificio, cioè, delle esigenze del suo sviluppo economico ai bisogni 'politici del nuovo Stato. L'espressione più autorevole, e per così dire classica, di questo giudizio•, ( 83 ) I vi, p. 270. , (84) CoRBINo, I, p. 255. E tali cifre sono certamente alterate a forte vantaggio della partecipazione straniera, per l'invio che i possessori italiani di rendita facevano · delle cedole sul mercato di Londra o di Parigi, onde beneficiare della differenza del cambio negli anni del corso forzoso, che raggiunse e superò il 15 %: cfr. Lu-zZATTo, L'economia italiana, cit., p. 270. ( 85 ) CoRBINO, Il, p. 322; PLEBANO, I, pp. 513-515. [41] Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==