Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

nell'economia nazionale, e meno facilmente occultabile. E si aggiunga il forte contributo a cui furono sottoposti i minori ceti rurali con il macinato, passato dai 27 milioni iniziali del 1869 a 76 milioni nel 1876 e a un massimo di 82 milioni nel 1878, per poi venire gradualmente abolito tra il 1879 e il _ 1884 (nel 1883 dava ancora un gettito di 50 milioni) (77 ): i quali ceti rurali contribuivano anche, in misura prevalente) al monopolio del sale (1861-64: 37 milioni; 1868-70: 62 milioni; 1875-80: oltre 80 milio11i) (78 ), e in qualche parte anche al dazio consumo governativo (salito da 23 milioni nel 1861 a 53 milioni nel 1870 e a 70 milioni nel 1880) e a quello comunale, passato da una media di 59 milioni nel primo decennio a 71 milioni nel 1870 e a 92 nel 1880(79 ). Già questa breve e incompiuta rassegna dei principali tributi pagati dal cittadino italiano e in particolare da quegli che traeva le sue maggiori · risorse dall'agricoltura, mostra che se l'imposta fondiaria non rappresentava da sola la parte dominante delle entrate tributarie dello Stato, (fra il 1871 e il 1880 la percentuale dell'imposta sui terreni e fabbricati passava dal 21,4% al 17,7~/4 del totale delle imposte e tasse), il prelievo di ricchezza che il sistema fiscale compiva sul reddito agrario non si realizzava tuttavia soltanto, e neppure prevalentetnente, attraverso di essa. In realtà, molte e varie furono le forme attraverso le quali il reddito agrario venne chiamato a contribt1ire allo sforzo finanziario del paese nei primi anni dopo l'unità; e se la forma in cui i dati statistici sono stati rilevati non consente di formulare cifre complessive in qualche · modo attendib.ili, sembra tuttavia che si possa ben sottoscrivere il giu-dizio autorevolissimo di Ghino Valenti: << non è sempre possibile conoscere i cespiti di reddito che particolarmente da essa agricoltura provengono, ed è tanto meno agevole il valutare gli effetti della traslazione di quelle imposte. In via generale, questo solo può dirsi : che nel primo periodo della vita nazionale fu T'agricoltura che sopportò il maggior carico tributario, e che questo, a causa delle forti sperequazioni esistenti, specie nel ( 77 ) CoRBINo, I, p. 262, Il, pp. 314-16; PLE_BANo, I, p. 509; RAG. GEN. DELLO STATO, Il bilancio del Regno, cit. p. 30. ( 78 ) CoRBINo, I, p. 263, II, p. 217; PLEBANO, I, p. 509. ( 79 ) CoRBINo, I, p. 271, II, p. 328; PLEBANO, I, pp. 508-509. [39] . Bibloteca Gino Bianco

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