Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

sai più che nella ristrettezza del mercato: la cui capacità di asso.rbimento eccedeva largamente le possibilità produttive dell'industria nazionale, come mostra il largo collocamento che i manufatti inglesi e francesi trovavano in Italia già prima del 1860, e ancor •più ~ei decenni successivi. Indubbiamente, l'aumento della produttività agricola è spesso una premessa necessaria della industrializzazione, in vista dell'aumentato fab·bisogno di materie prime e derrate alimentari per i nuovi centri industriali, e della necessità di liberare una parte della mano d'opera prima impiegata nell'agricoltura per i n~ovi compiti nell'industria. Ma, a parte il fatto che l'aumento della produttività agricola ha esercitato solo una mediocre funzione in paesi come Francia e Germania, e in particolare nella prima, nella quale la fase di grande sviluppo industriale del Secondo Impero è stata· preceduta da un trentennio di stagnazione agraria; va sottolineato che i frutti dell'aumentata produttività agricola non devono tradursi in un aumento dei consumi rurali, se si vuole che agiscano come acceleratore del ·processodi industrializzazione, e devono quindi essere sottratti, in una forma o nell'altra, ai contadini (23 ). Per di più occorre ricordare che la diversione dei redditi verso l'industria si è spesso tradotta, e deve necessariamente tradursi in una prima fase (e non solo in Italia, ma in tutti i paesi che hanno attraversato una fase di intensa industrializzazione), in una sottrazione di capitali all'agricoltura e dunque, almeno temporaneamente, in un ostacolo al suo progresso. « Conservative critics are (2-1) Oltre ai cit. scritti dd GERSCHENKRON, cfr. NuRKSE, p. 36 sgg., e spec. p. 38: << There is no question of asking the peasants who remain on the land to eat léss than before, only of preventig them from eating more»; p. 43: << The 1nain prdblem is to stop the peasant from consuming more of his produce when family members living off his ouptut go away on capital construction projects. The peasants are not likely to save the surplus voluntarily since they live so close to subsistence level, etc.,; e cfr. anche LEw1s, p. 235. L'incidenza di una riforma della stru~tura agrari~ sul rapporto tra consumi e investimenti è stata largamente discussa nella dottrina economica, che nella sua quasi totalità sottolinea come « le indagini statistiche mostrano che la propensione marginale al consumo decresce quando passiamo da classi con redditi bassi a classi con redditi alti. Se allora prelevo 100 di reddito a un ricco la cui propensione marginale al consumo è di 0,80, e redistribuisco in parti uguali a quattro poveri, la cui propensione marginale al consumo è 0,90, le spese di consumo globali aumenteranno di IO e il risparmio cadrà di altrettanto». Un tentativo di criticare questa teoria è stato compiuto da V. MARRAMA, Saggio ; [19] Bibloteca Gino Bianco

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