Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

., capitali esteri o l'impiego di riserve metalliche già tesoreggiate, è possi~ bile evitare un ab·bassamento d·el livello dei consumi. Ma a parte questi casi (mai realizzatisi su scala rilevante), l'obbiettivo di « avoid reduction in levels of consumption ... is something whicl1 neither the credit creating policies of banks nor the government policies of tax financed expenditures can achieve » (18 ). Siamo così giunti al nucleo centrale di queste nostre considerazioni sul concetto di accumulazione primitiva. La quale, in termini moderni, può essere definita come un drastico spostamento, in un paese in fase di economia preindustriale, del rapporto tra consumi e investimenti, di-1 retto a intensificare l'affiusso di risparmio prodotto in altri settori economici al settore degli investimenti industriali. La teoria ha creduto di poter precisare l'entità di questi spostamenti, indicando il meccanismo essenziale di ciò che chiamiamo << rivoluzione industriale>> nel -passaggio da una aliquota di investimenti netti pari al S;~ del reddito nazionale, quale si riscontra nei paesi in fase di stagnazione economica, a una aliquota del 12 % .o più, che è tipica dei paesi •in fase di << big spurt » economico (19 ). Ma, qualunque sia il valore di questa semplificazione teorica, << the essence of the process » può ben essere d·efinita come << the diversion· of a part of society's currently availa1 ble resources to the purpose of increasing the stock of capitai goods so as to make possible an expansion of consumable output in the future » (20 ). Ed è qui che si scorge l'equivoco fondamentale al quale, stil piano economico, si riduce la tesi del Gramsci. La rivoluzione agraria, e la correlativa conquista della terra da parte dei contadini, si traduce essenzialmente in un innalzamento dei consumi delle masse rurali, è quindi in un ampliamento del mercato; e proprio nella ristrettezza del mercato derivante dalla mancata rivoluzione agraria si indica la limitazione fondamentale dello sviluppo capitalistico italiano, il suo vizio d'origine, che lo avrebbe avviato sulla strada del compromesso con gli elementi feudali ecc. Ma in realtà, il problema fondamentale di un paese agli inizi del proprio sviluppo industriale non ( 18 ) Refiections, cit., p. 369. ( 19) W.A. LEwrs, 11he 11heory of Economie Growth, .London, 1956, p. 208. f>) R NURKSE, Problems of Capitai Formation in Underdeveloped Countri·es, New York, 1953, p. 2. [16] Bibloteca Gino Bianco

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