iegame cioè con l'indagine e< di fatto)> che rimane, sostanzialmeD:te, la più concre~a difesa contro i pericoli dell' <e orianesimo ». Si può anche adottare, senza bisogno di eccessiva spregiudicatezza, un modello ipotetico di sviluppo storico, quale è appunto la rivoluzione agraria del Gramsci, come strumento ausiliario dell'indagine: chè nessuna critica storica e politica sarebbe possibile qualora si rinunciasse all'uso di schemi_concettuali di questo tipo, per dirla con uno storico per nulla rivoluzionario in fatto di metodologia come Gerhard Ritter (7 ). Ma nel Gramséi è l'indagine sullo sviluppo storico reale che vien messa al servizio della costruzione di un modello storico astratto, e non viceversa: donde appunto la sostanziale validità, a mio avviso, della caratterizzazione della sua tesi risorgimentale come tesi essenzialmente politica; e insieme, la necessità di « cambiarne il segno >> per renderla adoperabile ai fini dell'indagine scientifica (8 ). Una obiezione importante è stata sollevata da Rosario Villari contro la mia giustificazione della mancata rivoluzione agraria in funzione della accumulazione del capitale. La contrapposizione tra rivoluzione contaqina e sviluppo capitalistico, osserva il Villari, sarebbe valida e< solamente a . condizione che si potesse sostenere che questa tendenza generale era in direzione di uno sviluppo capitalistico rapido ed organico della grande proprietà fondiaria e che, per così dire, l'economia della valle padana rappresentasse la punta più avanzata di un processo omogeneo in corso di realizzazione nella maggior parte delle campagne >> ( 9 ), mentre noi sappiamo che in realtà lo sviluppo :borghese non è riuscito ad eliminare gli elementi di arretratezza· che aduggiavano le campagne italiane, co~e ha sottolineato anche il Pavone (10 ). Si potrebbe ribattere che molti mali dell'agricoltura del nostro paese, come il piccolo affitto o la piccola proprietà polverizzata, non erano eliminabili dalla rivoluzione ( 7 ) G. RITTER, Der Schlieffenplan. Kritik eines Mythos, Miinchen, 1956, p. 95~ (8) G. .ARNALDI, cit. ( 9 ) R. VILLARI, P· 539. ( 10 ) Nel Punto, 29 sett. 1956. 1111 Bibloteca Gino Bianco
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