Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

con attenzione dalla critica, che ogni volta vi ritrova gli stessi elementi e vi scopre la propria incapacità di definire questo « caso » letterario. Ottavio di Saint-Vincent, l'ultimo libro di Landolfi, è composto di due distinti racconti, uno dei quali, così intitolato, rappresenta l'ultima fatica dello scrittore. L'altro, Le due zitte/le, è un vecchio racconto ora ristampato. Entrambi appar• tengono alle cose mi gliori di Landolfi, ma sono la espressione di due momenti diversi della sua arte. Le due zitte/le, venne scritto nel 1939, e pubblicato soltanto sette anni dopo. È quindi anteriore di quasi vent'anni rispetto a Ottavio di Sant-Vincent: cercheremo di rilevare le differenze tra i due racconti d:urante l'analisi che di entrambi faremo e che . ' . lieve essere, appunto per c10, parti tamen- 'e svolta. « Le due zi ttelle che chiameremo lilla e Nena (diminutivi frequenti fra persone della loro categoria), vivevano a un primo piano, in un piccolo appartamento formato da un certo numero di anguste stanze che davano per metà -sulla strada e per metà su una squallida corte, di quelle ove si pongono ad asciugare gli strofinacci, si battono i tappeti... e donde a tutte le ore sorge un tristissimo odore di risciacquature ... ». È un attacco ·un po.. inconsueto in Landolfi: l'ambiente non è la ·grande, deserta, casa di provincia, ma una oscura abitazione di città, ove s;. muovono due eterne signorine. Una povera casa, delle povere vite. Pare l'inizio di un libre, di Palazzeschi. Ma l'impressione appare tosto dissipata per la comparsa sulla scena di Tombo (<< la scimia » come scrive umoristicamente Landolfi, quasi a compensare la doppia t di zitte/le) e con , il rac~onto delle sue avventure nel ·giardino del convento, vicino alla casa di Lilla e Nena. Tombo è il maschio della casa delle due vecchine: la vicinanza degli esseri umani pare lo abbia dotato degli stessi loro difetti. Comunque, questo animale viene accusato dalle suore del vicino convento di furterelli sacrileghi consumati nottetempo. La notizia sconvolge le due vecchie: quasi con maniaca ostinazione esse si danno a sorvegliare il sonno della bestia. Nena sopratutto ... »: era un;a di quelle nature le quali in un certo senso temono inconsciamente se stesse, e ad ogni modo hanno bisogno d'acquistare assoluta sicurezza di certe cose, poichè sanno che tali cose porvocheranno in loro reazioni, intime o aperte, irreparabili; nè preferiscono evitare queste ultime mantenendosi in stato di relativa ignoranza, ove al contrario cercano e, per così dire, si augurano le prove decisive, quanto più dolorose debbano loro riuscire. Nature crudeli, se si vuole; o almeno giuste fino alla crudeltà». Un altro personaggio un poco isterico e pazzo, di quelli che, nella galleria di Landolfi, abbondano. Ma l'elemento che fa fare una svolta al racconto, da un tono « alla Palazzeschi » ad un altro più congeniale allo scrittore, è la presenza di Tombo: il nucleo centrale del racconto è dato dalle pagine che narrano la sacrilega visita della « scimia » nella cappella del convento~ Lo scrittore in quelle pagine riesce a rendere con minuzia di particolari un'atmosfera mista di orrore e di grottesco. « Ed ecco sull'ora antelucana, quando una natural sonnolenza già gravava le lor palpebre, una vaga ombra (125] Bibloteca Gino Bianco

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