appare invece << mancante di speranze metafisiche » (p. 669). Laico per le sue con- . vinzioni politiche, Piovene non condivide il pregiudizio laicÌsta, nel senso in cui qu-esto accomuna in Italia cattolici e non cattolici, persuasi tutti che la religione sia una cosa da prendere o da lasciare e che non costituisca, comunqu'e, un problema. Le pagine del Viaggio dedicate ad incontri con uomini di Chiesa e con esperienze religiose meriterebbero da sole un discorso a parte. Per ora, nulla meglio che la pagina sulla casa madre dei salesiani di Don Bosco, a Torino, può servirci a illustrare in concreto le· preoccupazioni che Piovene esp~ime a conclusione del suo Viaggio in Italia: << che cosa mi ha impressionato di più?... Certo, i laboratori per le arti e i n1estieri, dove si formano j mec~anici, i sarti, i tipografi, i falegnami. È noto che gli allievi di queste scuole si distinguono nelle industrie laiche. ~ia ancora di più: l'insistenza del salesiano che mi accompagna su una parola: moderno. Una delle poche parole che egli pronuncia, giacchè per il resto è laconico... << Don Bosco » mi dice << è sempre più avanti di tutti, più moderno di tutti>. Moderne le riviste di moda stra• niera di cui è dotato il laboratorio dei · sarti. Moderna la tipografia, moderno il teatro; _la sala degli spettacoli di ricreazioni <( la più moderna» di Torino. Poi: una lontananza astrale della cultura laica. Scrittori e commediografi_ per l'educazione dei giovani, qua dentro celebri, e a noi ignoti. L'accompagnatore mi parla delle nostre operette, scritte da un sacerdote, recitate da 180 attori << tutti maschi su un palcoscenico moderno » (p. 141 s.). GILMO ARNALDI ELIO V1TTORIN1: Diario in pubblico, Bom- "na parte delle vicende culturali e politiche piani, Milano, 1957. della letteratura antifascista italiana - Non sono molti i libri usciti in questi ultimi anni che possono vantare una ((fortuna >> critica pari a quella arri sa al Diario di Vittorini. Pure, in tanto fervore di recensioni, ci pare che resti ancora da completare un discorso tutto ed esclusivamente accentrato sul suo contenuto. I_I nome dell'Autore, la funzione culturale da lui avuta da vent'anni in qua, l' incande~cenza e la particolare dispersibilità della materia - gli scritti che Vittorini ha qui raccolti tirano in ballo buohanno variamente congiurato a far con- . siderare il Diario in pubblico come <( pretesto » per degli exursus piu o meno pertinenti. C'è stato chi addirittura ha escluso di poter affrontare un esame specifico del volume; e c'è ·stato chi semplicemente si è dimenticato di farlo> dandosi a inseguire questo o quello spunto che più gli stava a cuore. O infine, terzo tipo di recensori, e sono certo quelli che hanno peccato di meno, vi sono stati coloro che dinanzi alla duplice natura del volume, politica e culturale, h~nno, con una non autorizzata ampu- (120] .Bibloteca· Gino Bianco
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