Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

ri intelligenti che tornano a Roma dopo vent'anni. Ma questo processo si è svolto confusamente, senza che si sia mai nemmeno tentato di dominarlo. << La crescita di Roma per molti aspetti avvenne come quella di un bosco: un bosco in cui erravano e si azzuffavano gli appetiti umani. Fu un disfrenamento di energie personali in un momento di debolezza amministrativa e morale » (p. 641); onde « l'episodio, davvero poco edificante, della speculazione sulle aree » (p. 64 2). Fidando troppo sulla parola del sindaco di Roma ( << mi ha assicurato che il piano regolatore sarà varato entro il 1957 », pagina 643), Piov{?ne - come s'è visto - si esprime al passato: è invece vero che, a parte le responsabilità dei ·singoli amministratori (che si configurano talvolta come veri reati), i dirigenti della Demo, crazia Cristiana seguono tuttora con sgomento la trasformazione di Roma in metropoli moderna. Non si è forse arrivati a proporre un ritorno al Governatorato, per sottrarre il Campidoglio all'alea delle competizioni elettorali, di esito necessariamente incerto in una città che cresce a vista d'occhio? Di fronte al problema di Ron1a le intime contraddizioni del partito cattolico non sembrano più. componibili: l'enunciazione di una politica organica per la capitale verrà sempre differita fino a quando coloro i quali hanno tutto l'interesse a che nulla si faccia, avranno buon gioco nell'opporsi, erigendosi a custodi di quella sicurezza e tranquillità del Papato, che poi in effetti nes- . . suno m1nacc1a. Per questo anche le rare soluzioni intelligenti che vengono adottate, e che Pio.. vene mette giustamente in rilievo (come, per esempio, la lottizzazione del terreno dell'EUR e il trasferimento di alcuni uffici nei grandi palazzi che vi furono costruiti a suo tempo) risultano viziate alla base, sul piano politico generale. Ricordo, a tal~ proposito, il tono << nostalgico » assunto dalla cerimonia con cui, anni or sono, un'importante amministrazione dello Stato prese possesso di uno di quegli squallidi edifici. Dove, semmai, era da lodare il buon senso con cui il prof. Testa, ex-segretario generale del Governatorato, si sforzava di utilizzare i resti di una impresa miseramente naufragata, si finiva col vantare la preveggenza di chi aveva posto le basi del << più bel quartiere di Roma». In mancanza di idee chiare per lo sviluppo della città, i miti del passato godono di una benevola tolleranza ... · Completamente diverso il panorama della rinascita del Mezzogiorno. Qui, anche se discutibile nei dettagli e nei modi di attuazione, un piano d'insieme esiste. La stessa riforma agraria, alla quale Piovene dedica molta attenzione e non risparmia le critiche, ha avuto come suo presupposto una decisione di carattere po• litico. Non importa che l'idea direttiva sia da considerarsi piuttosto << una fantasia di parrocchia ..., un compromesso ambiguo tra un sogno idilliaco-religioso-conservatore ed un sogno rivoluzionario » (p. 665), basato sul convincimento << che si potesse trentini·zzare l' Italia, creando artificialmente una condizione analoga dove gli orizzonti morali sono ben diffe-- .renti: dove il prete non ha voce in poli-- tica e il contadino sogna da cittadino » (p. 19). Condividiamo, in proposito, la fede di Piovene nella libertà e nella storia: << la riforma ha urtato le vecchie strutture e le ha decomposte; ha dato l'avvio a uri movimento che non si potrà fermare, [118] Bibloteca Gin-oBianco

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