attiva. Favorisce la meditazione, ma in mezzo a un popolo portato agli affari ed ai piaceri grossi ... Pavia comunica quella pace dell'anima dei luoghi dove la bellezza e la storia si associano al benessere e all'alacrità del lavoro» (p. 95): parole che, come vedremo, esprimono in sintesi l'atteggiamento basilare di questo moderno viaggiatore d'Italia. Secondo Piovene, il dopoguerra ha segnato in Italia l'avvio di << alcuni processi ' fondamentali verso un'unità più profonda», le cui manifestazioni evidenti sono << raffermarsi di Roma quale metropoli comune sia del Nord che del Sud, luogo d'incontro e di fusione di tutti gli interessi e i caratteri regionali » e « il tentativo serio di trasformare il Mezzogiorno» (p. 661 s.). Ne deriva che << l'Italia, e non soltanto una parte di essa, è oggi la nazione più fluida d'Europa. Si sente dire ch'essa è statica. Politici e giornalisti la accusano di immobilismo, ma chi parla di immobilismo, o lo fa per partito preso, o mette raramente il naso fuori della porta di casa » (p. 665). Accusato di eccessivo ottimismo, il libro di Piovene, impegnato com'è su punti anche delicatissimi, non denota certo un atteggiamento qualunquista, nemmeno a voler prendere tale aggettivo nella sua accezione meno sfavorevole. Ma, forse anche perché il Viaggio fu scritto origina- • r1amcnte per essere trasmesso a puntate dalla RAI, Piovene evita, per quanto gli è consentito, di avventurarsi a parlare di politica, nel senso in cui questa è manifestazione di volontà di governo e partiti. Tutto ciò è considerato solo nelle sue ripercussioni ultime, in una prospettiva per cui si può agevolmente prescindere dalresplicita valutazione delle responsabilità Ji una classe dirigente. Proprio per que- ~to carattere della sua impostazione, il libro di Piovene, in passi come quello dove egli confuta il preteso immobilismo dc.Ila situazione italiana, può indurrt: i lettori superficiali a trarre per conto loro delle conclusioni sbagliate. Qualcuno potrebbe infatti scorgervi un'esaltazione senza riserve degli uomini che reggono le ~orti del nostro paese; altri potrebbe concludere che tutto quello che si fa di nuovo e di buono in Italia avvenga per· virtù propria, grazie all'esplicazione di energie riposte, all'infuori di una consapevole direzione politica ( << la leggenda dell'immobilismo può nascere dal modo poco chiaro, ordinato, cosciente con cui avvengono i mutamenti. L'Italia è sempre un Paese confuso, in cui quasi nulla appare . con la sua vera faccia »). Eppure, proprio i due punti su cui Piovene richiama l'attenzione, la crescita di Roma e l'avviàto riscatto del Mezzogiorno, pongono con nettezza, e per contrasto, il problema della fantasia e della capacità d' iniziativa della nostra classe dirigente. << Questo dopoguerra, nel quale la parte retorica della romanità è andata distrutta, ha visto un avvenimento essenziale per l'unità d'Italia: Roma si è incorporata nella nazione, è divenuta capitale in modo completo come nelle nazioni di formazione meno fresca... Nulla di meno universale e più locale della Roma fascista, eccetto, si capisce, i monumenti ed i ricordi. Città internazionale, metropoli moderna, nella sostanza e nell'aspet ... to, Roma lo divenne più tardi quando la romanità come mito cadde in frantumi » (p. 639 s.): un giudizio da sottoscrivere, che spesso ritroviamo in bocca a stranie- [li71 Bibloteca Gino Bianco
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