Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

; ,r Gu100 P1ovENE: Viaggio in Italia. Ed. Mondado~i, Milano, 1957. Per il posto che l'Autore delle Lettere di una novz"zia occupa nella nostra società letteraria, varrebbe forse la pena di ricercare i nessi fra questa sua nuova fortunata attività di scrittore di cose viste e le precedenti fatiche di romanziere. Le pagine sul Veneto offrono, com'è naturale, larga occasione a un discorso del genere, ma proprio qui si impongono le 1naggiori cautele. Sarebbe infatti errato concludere frettolosamente che le notazioni su tale regione, sui caratteri della sua civiltà e del suo paesaggio, risulterebbero poco attendibili perchè, almeno in questo caso, Piovene 110n sa sbarazzarsi . della letteratura e attri,buisce a un paese come tutti gli altri i tratti che distinguono necessariamente i paesi nati dalla fantasia di uno scrittore. << Perché il Veneto sia conservatore, e in fondo statico, lo spiega meglio lo psicologo che lo stu•· dioso di problemi sociali... Questa regione porta dentro un amore di sé, una vo1 uttà perpetua di guardarsi allo specchio_.. una felicità nel suo pittoresco, una delizia nel fare teatro di sé e della propria condizione, che lo distraggono dalla spinRECENSIONI ta per il mutamento e lo affezionano al suo stato... Come i tramonti veneti sono talvolta un po' più rossi e azzurri dcl naturalç, il mendicante veneto si accentua per piacere artistico ed è un po' più mendicante del giusto. Effetto di una civiltà. forse la più filtrata tra le italiane ... Nel Veneto anche il paesaggio è per metà natura e per metà quadro, vive e si guarda vivere, e si compiace di se stesso» (p. 22 s.): si potrà dissentire sul merito, ma il giudizio sulla << civiltà filtrata » del Veneto ha ben altro fondamento che non i filtri letterari attraverso cui l'avrebbe considerata lo stesso Piovene. Ancora in quest'ordine di idee, il critico non letterario può limitarsi a constatare che la :propria preferenza per le pagine su Pavia, forse le più belle del libro, trova un singolare riscontro nella circostanza (che Piovene enuncia a mo' di preambolo), secondo cui un suo prossimo romanzo sarà ambientato in questa città. << Amo Pavia d'uno speciale amore, e vorrei farla amare. Perchè sono un contemplativo, ma aborro il fastidioso languore delle città morte. Perché cerco le città antiche, ma fuggo le città antiquarie. Detesto coltivare pensieri poetici tra p~rsone poetiche... Pavia è antica, ed è [116] Biblote-ca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==