Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

duttività scolastica, che l'Italia dovrà ben compiere nei pros simi anni, se non vorrà restare decisamente indietro ad ogni altra naz ione europea, non solo in fatto di civiltà educativa ma anche in fatto di inventività e quindi di efficienza. economica >>. E aggiungeva: « D'altra parte, questa e_ssenzialee crescente, costosità di ogni riforma scolastica in uha nazione moderna fa sì che l'attenzione debba sempre parallelamente concentrarsi anche su tutto ciò che, nella situazione educativa del momen to, può essere migliorato senza che ciò implichi spesa ». Non sono necessarie altre citazioni per mostrare che si è be n lontani da quella interpretazione che assegnava alle proposte di Calogero un · valore obiettivamente conservatore, perchè rivolte esclusiva mente a modifiche trascurabili dell'ordine vigente. Va ricordato, piuttos to, che Calogero avanzò le sue proposte nel 1955, quando si era soliti respingere le soluzioni del problema scolastico nel cielo del più assoluto massimalismo, o legarle ad occasioni che nulla avevano a che fare con la riforma della scuola italiana (32 ); e mentre non erano inconsuete le discussioni ignoranti perfino i dati esse.p.zialidel problema. L'iniziativa d i Calogero fu una salutare reazione: più ancora, criticando la funzionalit à dell'attuale struttura universitaria, Calogero evitava di rimanere chiuso nello schema formale .di una « legislazione universitaria inattuata»; il suo impegno, ad esempio, era più diretto a mostrare l'inadeguatezza dell a lezione cattedratica, che non a rilevare il fenomeno dei professori c he non fanno lezione. Questo vigoroso richiamo a tener primamente con to dei fatti e delle situazioni concrete, e ad essi riferire continuamente la propria azio11e,non ha visto trascorrere la propria validità con il passar e del tempo. E proprio chi voglia giudicare delle cose universitarie con piena valutazione dei fatti non può convenire con la tesi, da più p arti avanzata, secondo la quale negli ultimi tempi si sarebbe realizzato, n ell'Università, un movimento unitario, sorretto da interessi e volontà comuni. Se così fosse stato, il mondo universitario avrebbe offerto una alta p rova di matu- (~ Era, questo, l'atteggiamento tipico delle organizzazioni universitarie comuniste, particolarmente attente a manifestazioni del tipo « via Ridgway, il generale peste>>. La sterilità dell'opposizione comunista divenne pa lese nell'Università, dove, a confronto di una forza moderna e dinamica come l'U.GJ., i comunisti furono costretti a sciogliere la loro organizzazione (scioglimento del C.U.D.I., primavera del 1955). [112] Bibloteca Gino Bianco

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