Nord e Sud - anno V - n. 44 - luglio 1958

. sono costituite dalle rendite patrimoniali, dai proventi degli Istituti scientifici, dai contributi di Enti e di privati, dalle tasse, sopratasse, contributi pagati dagli studenti. Le rendite patrimoniali rappresentano, in genere, una percentuale limitatissima delle entrate complessive (l'l,l % per l'Università di Roma): le proprietà immobiliari, infatti, sono un cespite importante solo per qualche piccola Univers~tà (1 7 ); le somme depositate od investite, nella massima parte in titoli di Stato, hanno subito in pieno gli effetti della svalutazione monetaria. I proventi degli Istituti scientifici sono, nella massima parte, riducibili alle somme incassate per le degenze nelle cliniche universitarie, somme appena sufficienti a coprire le spese effettivamente sostenute; gli altri istituti non sono quasi mai in grado di eseguire ricerche, esperienze, controlli per conto di terzi, in modo da coprire le spese di gestione. Si aggiunga l'assenza di legami tra il mondo della produzione e quello universitario, lo scarso entusiasmo (spesso giustificato) con -il quale l'ambiente accademico ha sempre considerato una ricerca scientifica << per conto di terzi )), e sarà chiaro che il contributo dei privati, sia a titolo grazioso che per pre~tazioni avute, si riduce a ben poco; l'eccezione è costituita da alcune facoltà settentrionali, notoria- . mente vicine ad ambienti industriali. Resterebbe il contributo degli Enti pubblic_i, che, in molti casi, è rimasto quello, non rivalutato, dell'anteguerra; e che, comunque, è mantenuto in limiti ristrettissimi per la povertà dei più interessati tra questi Enti (Comune e Provincia). Tra l'Università, gli Enti Pubblici ed i privati sono previste forme consortili, per provvedere alle necessità .finanziarie delle prime. Le condizioni finora esaminate rendono del tutto eccezionale la formazione di Consorzi, o puramente formale la vita di quelli esistenti. In particolare, l'intervento dei privati ed il contributo degli Enti pubblici appaiono almeno problematici per le Università del Sud, che si troverebbero a dover promuovere Consorzi dove l'attività industriale è appena sviluppata ed i bilanci comunali e provinciali sono in permanente situazione deficitaria. L'istituzione di Consorzi, in definitiva, non può essere considerata una direttiva di politica generale, sia perchè si rivela espediente valido soltanto ( 17) Non sono mancati casi, all'inizio dell'ultima guerra, di alienazione dei beni i1nmobili di proprietà delle Università per effettuare un patriottico investimento in titol~ di Stato, presto svalutati. [104] Bibloteca Gino Bianco

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