siderazione va oltre i rilievi su di un costume corrente. Riteniamo éhe le intraprese dei cattolici nel territorio dell'istruzione pubblica, benevolmente secondate da alcuni collaboratori «laici>>, non facciano sorgere , eccessive illusioni sui criteri e sulla portata di una riforma scolastica da loro attuata. Certamente una scuola qualsiasi è preferibile a nessuna scuola. Ma cose diverse sono il rendersi conto delle presenti condizioni d'Italia ed il rinunciare ad una lotta decisa contro chi intende umiliare definitivamente la scuola di Stato; e ciò non avviene tanto attraverso le condizioni di sempre maggior favore offerte alla scuola privata, quanto per la progressiva, ed ormai estrema, mortificazione del livello dell'istruzione impartita negli istituti statali. Ma v'è di più. Non soltanto la D.C. non si ritiene impegnata dalle azioni o dalle dichiarazioni del Governo che essa esprime, ma neppure il Presidente del Consiglio pensa di essere in qualche modo legato alle ripetute dichiarazioni ed alla lunga azione di un suo Ministro : Zoli ha, così, potuto accettare quel compromesso che, almeno nelle apparenze, faceva inorridire Moro. Ancora. Di fronte alle rivendicazioni economiche di molte· categorie del personale universitario spesso il Ministro della Pubblica Istruzione ha manifestato un pieno consenso; ad un certo punto, però, il problema sfuggiva alle competenze del suo dicastero, e gli interessati venivano invitati a fare i conti con il Ministro del Tesoro, inevitabilmente su posizioni negative. Non avremmo riferito questa consuetudine, che potrebbe far pensare ad un nostro intento demagogico o ad una volontaria igno- · ranza dei procedimenti della finanza dello Stato, se le categorie interessate non fossero più volte cad11tein questo sottile giuoco di rinvii, che conferma i singolari esiti verso i quali, in Italia, è stato rivolto il principio, o presunto tale, della separazione dei poteri. Il giuoco delle parti è troppo preciso, e troppo nette sono le differenziazioni, per non trarre in sospetto. Sarebbe deplorevole se effettivi ' contrasti si verificassero là dove è lecito attendersi unità d'intenti; nella realtà, quel giuoco non nasconde alcun sostanziale disaccordo, e appare piuttosto una fitta trama ordita al fine di trarre in ogni caso una soluzione non incoerente. Naturalmente, la coerenza che interessa è tutta esteriore. Altrimenti, come si spiegherebbe proprio la circolare del 31 luglio? [99] · Bibloteéa Gino Bianco
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