Nord e Sud - anno V - n. 43 - giugno 1958

' siciliana mostra consapevolezza di questo pericolo e cerca di gettare un ponte verso le nascenti istituzioni europee. Il Convegno della Sicindustria è servito infatti a stabilire una presa di contatto, è valso a dare alle Comunità europee il senso dell'importanza che la Sicilia attribuisce all'integrazione della Piccola Europa, e la volontà della classe dirigente isolana, politica ed economica, di affermare la propria presenza. Se si cambia di visuale, e si osserva il Convegno dal punto di vista dell'Alta Autorità, si trovano altrettanti motivi di soddisfazione. In definitiva, l'accusa che più di sovente viene mossa all'integrazione europea consiste in questa affermazione: il processo d'integrazione si sta realizzando attraverso la creazione di organismi di tecnocrati, asserragliati in piccole città della fascia lotaringia, lontani dalla coscienza popolare ed incapaci quindi di sentire e di esprimere le esigenze profonde dei Paesi membri della Comunità. Certamente è difficile nascondersi la verità che q11esteaffermazioni contengono. Coloro che hanno conosciuto l'esperienza dell'Alta Autorità della C.E.C.A.; coloro per lo meno che hanno lavorato con passione, coloro che non hanno mai dimenticato, nella routine delle riunioni quotidiane sui prezzi del carbone e sulla perequazione del rottame, l'obiettivo finale da raggiungere, e cioè la creazione degli Stati Uniti di Europa, costoro hanno certamente sentito e sentono di tanto in tanto il pericolo dell'isolamento, il rischio di essere tagliati fuori dal vivo della lotta politica dei singoli Paesi e di ridursi al ruolo di esperti economici di una grande organizzazione fine a se stessa, con le finestre chiuse per sempre sulla grande speranza dell'unità europea. All'indomani del siluramento della C.E.D. all'Assemblea Nazionale francese, dopo le dimissioni di J ean Monnet, che meglio di ogni altro aveva rappresentato il significato politico della C.E.C.A., le prospettive di tecnicizzazione dell'Alta Autorità si erano ulteriormente aggravate, ed erano i11 realtà alimentate da tutti gli ambienti, politici ed economici, che, i11 Italia per esempio, avevano fino ad allora accettato l'integrazione europea piuttosto per conformismo verso De Gasperi e la sua politica che non per maturato convincimento, e che erano invece ben lieti ora di farla finita }Jer sempre con i « mistici » dell'Europa. L'Alta Autorità ha tenuto duro, n~n ha raccorciato l'arco dei suoi or_izzonti, ha continuato a parlare di Stati Uniti d'Europa. Si è giunti al rilancio, al Comitato d'Azione di Jean Monnet, alla Conferenza di Messina, ai Trattati di Roma, alla Costituzione '[7] Bibloteca Gino Bianco

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