particolamente difficili. Di conseguenza, in queste regioni si profila una minaccia di disoccupazione; e anche se gli impieghi sono garantiti per la generazione attuale, un problema di occupazione della generazione che tra e.on molto si presenterà sul mercato del lavoro non tarderà a manifestarsi in modo acuto. È questo il caso, in misura maggiore o minore, di alcuni b~cini del Centre Midi, del bacino carbonifero sardo e del Borinage in I Belgio. È inevitabile che queste regioni rinuncino anzitutto ad impiegare 1nanodopera non locale e che in seguito i lavoratori della regione stessa prendano in considerazione la possibilità di emigrare. Simultaneamente a queste trasformazioni economiche, il movimento tradizionale di emigrazione dalla campagna verso le città prosegue e - sia nel casodella mobilità interna che in quello della mobilità internazionale - la nuova manodopera assunta nell'industria pesante è composta quasi esclusivamente di rurali. Il .casodelle regioni meridionali dell'Italia e del Veneto, che alimentano di manodopera le regioni industriali del paese e altre regioni europee, è noto. In Belgio, il reclutamento per l'industria carbonifera fra la manodopera nazionale è effettuato nelle regioni rurali ed è possibile solo perchè le industrie assicurano il trasporto in autobus verso la miniera di molti lavoratori residenti nelle campagne, lontano dai centri di coltivazione mineraria. Inoltre, gli abbonamenti ferroviari operai sono molto numerosi. Il costo degli spostamenti costituisce per l'impresa un onere dell'ordine di quattro franchi belgi per tonnellata. I minatori belgi residenti in regioni non minerarie, e il più delle volte rurali, ammontano esattamente al 34,8 % di tutti i minatori belgi occupati. Quasi tutti si spostano quotidianamente; pochi sono quelli che si spostano settimanalmente. Questa situazione presenta l'inconveniente di comportare spese notevoli e di provocare assenze dal domicilio che superano talvolta le quat~ordici ore al giorno. Uno dei tratti più caratteristici dell'evoluzione recente è stato dato dal fatto che nell'Europa occidentale (Gran Bretagna, Olanda, Francia e Belgio ir1 particolare) si sono stabiliti un certo numero di baltici, di polacchi e di ucraini. D'altra parte, dal 1946 l'immigrazione stagionale e permanente da questi paesi è praticamente finita e questa manodopera è stata talora sosti.. tuit~ con manodopera italiana. A sua volta, la Germania federale ha accolto fino a tutto il 1955- tenuto conto delle perdite subite durante la guerra - 8.451.00 espulsi e 2.286.000 profughi. Il numero dei nuovi arrivati è aumentato., nel periodo che va dal 1948 al 1955, da 100.000 a 200.000 all'anno. [87] Bibloteca Gino Bianco
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