di una depressione, che si propaghi altrove dopo essersi manifestata nella più insta1 bile delle economie: la economia americana. Ma questa minaccia è tanto maggiore quanto maggiore è la differenza di _dimensio11etra la economia dell'America e l'economia di ciascuno degli altri paesi separati. Ogni paese che subisce gli effetti della recessione del mercato americano, subisce, di conseguenza, difficoltà nella bilancia dei pagamenti; ed è allora costretta ad a·pplicare una politica di deflazione interna o di restrizione nel volume delle importazioni. Da qui conseguono gli effetti di una reazione a catena, che, indefinitivamente aggravano le depressioni mondiali. Se, invece, si costituisce una vasta zona di politica economica comune, allora sarà possibile creare in Europa un centro di stabilità congiunturale, che tornerà a benefi,cio no.n solamente dei paesi della comunità, ma anche di tutti gli altri Paesi e dei produttori delle materie prime, ai quali la Europa offrirebbe sbocchi due volte più grandi di quelli degli USA; ed infine a beneficio degli USA medesimi, che cesserebbero di vedere ripercuotersi sugli altri gli effetti della loro insta1 bilità interna. Tale, io credo, è il risultaito fondamentale che noi dobbiamo cercare di conseguire con la Comu• nità economica e con la politica economica comune. A questo punto però sorgono dei rischi. A·bolite le barriere tra i Paesi potreb,be verificarsi una deflazione che metterebbe l'uno contro l'altro i · mem·bri della Comunità e che si propaghereb,bero verso gli altri paesi senza possibilità di difesa. È essenziale, inoltre, ·per tutti i paesi, allo scopo di assicurare condizioni di stabilità alla espansione delle regioni che hanno un ritardo iniziale da recu·perare, che tutta la politica economica sia orientata verso la espansione. Io confido che pr.oprio questo sarà il risultato di certe dis·posizioni previste dal Tra,ttato, a proposito della jbilancia dei pagamenti. Se uno dei Paesi si trova in difficoltà nella bilancia dei pagamenti, occorre sapere qual è la causa dello squilibrio, poichè non vi sono sistemi automatici veramente .capaci di com·pensare gli squilibri dei Paesi colpiti da inflazione, oppure, molto sem·plicemente, da uno squilibrio nel ritmo di espansione. Bisogna agire con giudizio e discernimento. Gli aiuti che possono esseré dati ai paesi in difficoltà non consistono nel concedere crediti automatici a tutti, anche a quelli dotati di riserve più che sufficienti, m4 nel concentrare_le ris.orse per facilitare il manteni. mento dell'espansione nel paese che si sviluppa più ra,pidamente, trasci-- nando gli altri Paesi nello stesso movimento, tramite gli effetti dei crediti [61] Bibloteca Gino Bianco
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